Girola1no Cotroneo v1c1na all'autenticità, dail momento che per l'intellettuale, a differenza dell'operaio, « l'i,ntegrazione » è uria scelta soggettiva, individuale, un'abdicazione volontaria da quelli cl1e sono i suoi com,piti. E tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione il problen1a della « dirigenza» a cui l'odierno studente potrebbe essere cl1iam·ato: ed anche qui indipendentemente dalla struttura sociale. Il fatto è cl1e queste 1 due forze, di cui intellettualisticamente si propugna l'unità (che, a certe condizioni, come vedremo, è certamente possibile) in realtà operano, come h.a notato Alberto, Moravia (La contestazione studentesca, in « Nuovi Argomenti», dicembre 1968), a due diversi livelli: l'una, quella stude11tesca, a livello delle « sovrastrutture » e l'altra, quella operaia, a livello di « struttura». Ora se sono vere le teorie di certo neo-marxismo contemporaneo (quello di Sartre in primo luo1 go) che riafferma l'autonomia della « sovrastruttura», e cioè che al di sop,ra dei rapporti di produzione, della prassi, la sovrastruttura costitui,sce una regione autonoma, se sono vere queste teorie, dicevamo, allora l'inevitabile deduzione cl1e ne scaturisce, con il rigo.re di un sillogismo, è la difficoltà di incontro fra due forze che operano su due diversi piani: piani ancora una volta destinati a permanere indipendentemente dalle modifiche delle strutture (o delle stesse sovrastrutture). Quest'ultimo discorso potrà anche dare l'impressione di essere un artificio verbale: e ad esso si potrebbe pur sempre obiettare che l'unità fra s.tuden ti ed operai è rilchiesta dagli studenti (e non già dagli operai) per condurre la lotta sul solo piano delle strutture, dal momento che, secondo le loro teorie - il loro marxismo « puro » o recuperato -, le sovrastrutture sarebbero assolutamente detern1inate dalle strutture (economiche). Ma se anche questo è vero, si può in tutto escludere - anche dopo lia rivoluzione di struttura - un ritorno, sia pure con una diversa organizzazione, della sovrastruttura stessa? Poiché la risposta in questo caso non può essere che negativa, il discorso allora ritorna inevitabilme.ute al suo principio e cioè a quella « situazione » di cui prima parlavamo: poiché permanendo la diversità della « situazione», ferma restando sul piano storico-pratico la diversa collocazione, la diversa funzione delle due forze, indipendentemente dalla struttura da cui la nuova sovrastruttura avrà origine, il problema si ripresenta esattamente nei termini in cui pri111.a lo avevamo visto, indipen .. dentemente dall'affermazione verbale della lotta comune sul piano della sola struttura, come. se l'altro non esistesse. Per cui l'unica soluzio 1 ne possibile sarebbe allora che gli studenti abbandonassero tout court la loro situazione di studenti, per trasformarsi, senza compro1nessi verbalistici, in operai veri e propri, faoendo così, alla distanza, scomparire, attarverso un « operaismo » integrale, ogni traccia di sovrastruttura. Questa conclusione potrà ap1 parire paradossale o, peggio ancora, sarcastica: ma abbiamo la p1 resunzione di ritenere che essa sia per lo meno coerente, essendo l'estrema conseguenza di un discorso il cui vizio, semmai, va cercato in quel falso sichema sociologico che intende fare deg,li studenti una « classe», ove invece essa è ancora una volta una « situazione», irripetibile 52 Bibliotecagino.bianco
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