Note della Redazione dono gli organi della programmazione dare agli investimenti industriali nel Mezzogiorno quel « maggiore impulso» che l'on. Colombo ha recentemente definito « essenziale »? Ci si rende conto che oltretutto viene a cadere, con l'eliminazione dello se.arto fra le retribuzioni salariali al Nord ed al Sud, un tipo di incentivo che dev'essere in altro modo sostituito? Ci si rende conto che la contrattazione programmata non è stata ancora avviata nelle forme dalle quali sarebbe forse lecito sperare di ottenere qualche risultato? Ci si rende conto che gli incentivi concessi a troppe aree del Nord svuotano di forza d'attrazione gli incentivi predisposti per industrializzare il Sud? Ci si rende conto che per valorizzare le risorse delle regioni più povere si devono chiedere alle regioni più ricche anche dei sacrifici, se non altro sacrifici di attesa per quelle sempre più esigenti richieste di nuove infrastrutture di accompagnaniento dello sviluppo che sono formulate da comitati e da convegni? Ci si rende conto eh.e le grandi aziende del Nord dimostrano ancora una volta di restare piuttosto insensibili nei confronti del « dovere » di impegrzarsi a recare un lo,ro contributo quanto meno alla correzione del divario fra le « due ltalie »? Certamente, ci si rende conto di tutto ciò, e difatti si considera « essenziale » un « n1,aggior in1,pulso » agli investitnenti industriali nel Mezzogiorno. Ma ormai è tempo di condizionare tutta la politica economica ad una concezione meridionalista dello sviluppo italiano: nel senso che, come ha detto I Saraceno alla « tavola rotonda» di Bari, « ogni azione di rilievo, prevista da un programma nazionale di sviluppo, dev'essere giudicata anche nei riflessi che essa determina nel processo - che si ·afferma di voler perseguire - di elin1-inazione del divario esistente fra il Mezzogiorno ed il resto del paese». Dopo Battipaglia Naturalmente la luttuosa somn1,ossa di Battipaglia ha rilanciato vecchie e semplicistiche polemiche, delle quali si è avuta l'eco non soltanto nel dibattito alla Camera, ma anche e soprattutto nei giornali, nei commenti che sui quotidiani e sui periodici hanno preceduto, accompagnato e seguito il dibattito al4{1 Carnera. Sia da sinistra che da destra, infatti, si è detto e si è ripetuto che, poiché a Battipaglia ci sono disoccupati e stabilimenti industriali in crisi, ed un malcontento popolare è potuto degenerare in una sommossa, se ne deve dedurre che la politica n1,eridionalista è f allit1a. Per quanto ci riguarda, tutte le volte che si è parlato di fallimento della . politica meridionalista abbiamo scritto che, a proposito di questa politica, ci sono state pause, incertezze, dispersioni, contraddizioni; ma il discorso sul fallimento della politica meridionalista è un discorso tendenzioso. Da sinistra, tuttavia, questo discorso, per quanto tendenzioso, rientna in una logica · politica, la logica di un'opposizione che denuncia il metodo e l'indirizzo di tutta la politica di sviluppo, e non soltanto della politica di sviluppo. Da destra, invece, si tratta di un discorso che mira a dimostrare come 46 ..... Bibliotecaginobianco
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