Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

.. L'area attrezzata grado di accessibilità, della loro dotazione d'ir1frastrutture, della loro ubicazione rispetto ai centri urbani, del costo degli interventi addizionali in attrezzature pubbliche, della natura del suolo, e, più in generale, dell'esistenza o non, di tutti quei fattori di localizzazione che le ricerche precedenti abbiano identificato per i comparti industriali sul cui sviluppo si è deciso di puntare, si potrà individuare quel ,limitato numero di zone in cui le aree attrezzate potranno essere realizzate con successo. E infine, solo dopo una seria v;ilutazione delle disponibilità finanziarie, delle capacita tecniche e, punto essenziale, dell'abilità organizzativa ,che potranno essere impegnate in questo programma - oltre che sulla base delle con·clusioni emerge·nti dalle analisi precedenti - si potrà stabilire quante aree potranno essere realizzate e con quali scadenze. Tale lavo-ro preliminare costituisce un compito molto più imponente di quanto l'esposizione semplicata che ne abbiamo dato possa far sospettare. Questo notevole complesso di ricerche non apparirà tuttavia eccessivo se si pensa alla funzione che le « aree » p·ossono svo1gere per assicurare la vitalità e l'espansione delle aziende ubicate nel Mezzogiorno; per rafforzare e « fissare » nel Sud gli eff·etti indotti -d·ei maggiori investimenti; per mettere meglio a fuoco i programmi di assistenza alla piccola impresa, di formazione dei qua-dri e di addestramento ·della mano d'opera; per favorire la n·ascita d'impre·n-ditori meridionali aperti alla cooperazione, al progresso tecnico, alla programmazione e allo sviluppo sociale. E infin-e se si pensa alla sfida ch'esse rappresenterebbero per l'am1ninistrazione centrale e locale, e quindi per gli effetti indiretti che ne potrebbero derivare sul comportamento dell'una e dell'altra. È ovvio che l'·area attrezzata viene qui suggerita non come Io strumento che automaticamente, per virtù sua intrinseca, possa assicurare tutti i vantaggi che sono stati esposti nel corso di quest'arti,co1o. Piuttosto essa deve essere vista come un punto d'applicazione di energie e di risorse oggi disperse e male utilizzate, il quale, grazie alla sua collo1 cazione strategica rispetto a un buon numero di problemi dalla cui soluzione dipende lo sviluppo del Mezzogiorno, può meglio di altri suscitare pressioni e meccanismi d'induzione che, propagandosi da un comparto all'altro del settore industriale, -dall'area privata all'area pubblica, e dall'ambiente degli imprenditori e cl.egli amministratori alla società meridionale n~l su•o complesso, possano dare vigore, continuità e direzione al processo di sviluppo. ANTONIO RAO 23 Bibli~tecaginobianco

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