Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

I La localizzazione degli investùnenti gere quei livelli di efficienza e di articolazione necessari affinché l'integrazione delle strutture produttive del nostro paese nel contesto europeo avve·nga in condizioni paritarie e con un ruolo autonomo ed originale nell'ulteriore sviluppo, eco,no1nico comunitario 1 • Per conseguire un risultato del genere no,n sarà certo possibile - né sarà necessario - essere presenti attivamente in. ogni settore produttivo; occorrera, i11vece, operare preventivamen,te una politica di scelte settoriali, e di conseguenti priorità, tanto, per le attività industriali propriamente dette quanto ·per quelle di ricerca scientifica e di innovazione tecnolo,gica che sempre più spesso le condizio 1nano. Naturalmente queste scelte dovranno assicurare anzitutto lo sviluppo di settori che, come quelli cosid,detti di « base >>, quelli manifatturieri dotati d'un più elevato grado di capacità « generativa » di nuovi sviluppi, « diversificativa » delle strutture esistenti, « aggiuntiva » di valore al,Ie risorse e alle produzioni del paese, come quelli compo 1rtanti l'impiego di tecnologie con un elevato potenziale di arricchimento di risorse esistenti ma non ancora economicamente utilizzate, e concernenti la produzione di beni dotati di ampie future prospettive di mercato (dalle bio-industrie all'oceanografia, dalla elettronica alle industrie aerospaziali), possono assicurare un 1elevato grado di vitalità al sistema produttivo nazionale. l\tla non andranno trascurati in questa prospettiva quei settori per i quali esista, all'interno o all'esterno, una domanda da soddisfare in condizioni di competitività e di sufficiente am- • , p1ezza. Occorre però ribadire, a questo punto, che una politica di localizzazione ed una politica di orientamento settoriale degli investimenti industria 1 li, non possono non essere strettamente connesse e vicendevolmente condizionantisi. È chiaro, infatti, che orientamenti settoriali volti, in via esclusiva o largamente dominante, ad esaltare quelle specializzazioni produttive nazionali che si collocano in posizione comparativamente più avanzata - in funzione di un principio d.i divisione internazio 1nale del lavoTo, sia p•ure a scala europea, inteso in termini rigorosi - lascerebbero, ben poco spazio alle possibilità di manovra sul piano della distribuzione territoriale degli inves,timenti industriali. Questi ultimi, difatti, tenderebbero inevitabilmente ad addensarsi nelle zone di attuale co1 ncentrazione. D'altra parte, per converso, una politica di localizzazione degli investimenti industriali orien.tata in via ·preminente ad un potenziamento delle concentrazioni urbanistico-industriali esistenti, e quindi ad una semplice espansione territoriale delle medesime, comportando necessariam~nte larghi investimenti in settori non direttamente p,ro111 B_iblioe-caginobianco

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