Francesco Caruso nomica presente, delle possibilità di sviluppo e degli eventuali ostacoli; - scelta degli orientamenti di pol1itica economica da adottare tra una serie di ipotesi di svilup 1 po, i cui risultati e le cui conseguenze siano state analizzate; - traduzione degli orientan1enti i11obiettivi globali, cioè lo1ro espressione in termini quantitativi e loro inquadramento in termini di tempo; - scelta delle opierazio1r1i e dei progetti la cui attuazione dovrebbe consentire il raggiungimento degli obiettivi fissatii; - redazione del piano, cioè del do1cumento che sulla base della situazio,ne economica presente e di quella che si vuole raggiungere, precisa i suaccennati orientamenti, obiettivi, operazioni e progetti; - adozione, ,d,iffusione e realizzaZJione del piano. In che misura queste successive fasi si sor10 effettivamente realizzate o· so·no suscettibili di realizzarsi nei paesi considerati? Per rispondere, è necessario, esamir1are brevemente la situazione storico-eco·nomica che ha precedt1 1to quella attuale (che definirem1no della post--indipendenza pohtica e dei tentativi di raggiiungimento dell'indipendenza econo,mica ). A CHE PUNTO SIAMO IN AFRICA. Il continente iniziava appena la sua esiste11za « colo,n.iale » cl1e già le autorità pubbliche « metropolitane » stabilivano programmi da realizzare. Questi programmi erano veri e p•ropri elenchi o cataloghi di operazio,ni, redatti allo scopo di ottenere prestit,i e finanziamenti esteri, giusitificandone appu11to la destinazione. Tale situazio,ne no1 n mutò sostanzialmente fino alla seco1 nda guerra mondiale. Più in particolare, per quanto riguarda i paesi sotto don1in·io francese (che rappresentano i quattro quinti di quell,i in esa1ne) la legge del 30 aprile 1946, che istituì il Fondo di Investimento per lo Svi1 luppo Eco,nomico e Sociale - FIDES -, stab~liva tra l'altro che i territori e federazioni d'oltre-mare avrebbero dovuto predisp·orre dei veri e propri piani decennali di sviluppo. Mancando ovviamente gli strumenti per la elaborazione co·mpleta di tali piani, si poterono stabilire solo dei programmes d'investissement p,ubblici, redatti su conoscenze empiriche e talvolta vaghe dei paesi, e assai spesso unicamente sull'evidenza dei biso,gnri più imperiosi (i così detti programn1es d'équipement); alle iniziative pnivate fu lasciata ovviamente la più am_pia libertà di interve11to ed investimento. Il FIDES stanziò a fondo perduto somme notevoli, soprattutto dopo il 1949, quando, rodati i suoi sistemi di interve11to, trasformò i programmi decennali in p1iù precisi piani quadriennali, rinnovati poi nel 72 Bibiiotecaginobianco
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