' . ... Giornale a più voci L' epopea provinciale de « I Viceré » Nel volume dedicato ai Narratori di Sicilia, a cura di Leonardo Sciascia e Salvatore Guglielmino (Milano, 1967) si legge che / Viceré di Federico De Roberto « è forse il più grande ron1anzo della moderna letteratura italiana»; e questo giudizio è particolarmente indicativo della fortuna critica, che negli ultimi anni è venuta sollevando l'opera derobertiana se1npre più in alto, dopo il lungo periodo di trascuranza o addirittura di insofferenza, che toccò il suo limite con l'aspra condanna pronunciata dal Croce nel 1939, forse più per ragioni politiche, che per ragioni estetiche. Alla mutata considerazione della critica letteraria, si è venuta altresì accompagnando un sempre più largo favore di pubblico, in Italia e all'estero: nel 1954 apparve la prima traduzione straniera del romanzo, in francese; seguiro,no, a distanza d'un paio d'anni, l'una dopo l'altra, la traduzione tedesca e quella inglese. In Italia, sulla scia del successo de Il Gattopardo di Tornasi di Lampedusa, romanzo in cui è ripresa la tematica storica e psicologica de I Viceré, il libro ridesta la curiosità dei lettori, e si succedono rapidamente le ristampe: il volume, apparso originariamente presso la casa Treves di Milano nel 1894, è ora giunto alla sua diciassettesfma edizione. Quali sono i motivi di questa sorprendente rivalutazione, che nel giro di trent'anni ha ormai non soltanto consolidato la fama dello scrittore catanese (tale egli stesso si considerò, sebbene fosse nato a Napoli nel 1866), ma ha collocato il suo rico·nosciuto capolavoro, I Viceré, nella esigua schiera dei classici di importanza europea - a preferenza, secondo qualcuno, anche delle opere di Verga e di Capuana, che con lo stesso D·e Roberto com-- pongono la «triade» della letteratura catanese? Una triade, che secondo il giudizio convenzionale della vecchia critica, si risolverebbe addirittura in una trinità, giacché uno stesso spirito, quello del verismo o naturalismo letterario, circolereb-be negli scritti di tutt'e tre i romanzieri, accomunati com'essi furono dall'ambiente cittadino, dalla consuetudine di vita personale, e soprattutto •dal gusto artistico del tempo. La odierna analisi letteraria, però, distingue invece ormai nettamente le tre diverse personalità degli autori; e tralasciando il caso di Verga e quello di Capuana, ci limiteremo a mettere in evide112a la fisio1 nomia di De Roberto, con riferimento al,la sua opera • maggiore. A differenza degli altri romanzi dello stesso De Roberto e dei suoi due amici catanesi, che compongono tutti insieme una costellazione nel firmamento letterario degli anni tra la fine dell'Ottocento e il principio del Novecento, che si sareb,be tentati di chiamare « la costellazione catanese», I Viceré è un romanzo politico. LI successivo romanzo, anch'esso politico, intitolato L'imperio, non venne portato a termine né pubblicato, e apparve postumo nel 1929, quando era già n1utato il clima politico e letterario, e una nuova « costellazione » aveva sostituito la precedente. Romanzo politico, ossia di denuncia politica, di impegno civile, di intento 1 corrosivo: è questo elemento soprattutto, che rappresenta una caratteristica 79 , Bibiiotecag inobianco
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