Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

e solo l'arma nucleare classica le raggiungeranno gradualmente; altre nazioni infine riusciranno ad avere a loro volta l'arma atomica classica, poiché diventa s.emp,re pii.1 facile da realizzare grazie ai progressi della tecnica» (pagina 335). Il riconoscimento da parte di Goldschmidt che, nonostante l'agenzia internazionale sull'energia aton1ica, nonostante l'accordo di Mo·sca del 1963 sulla cessazione degli esperimenti in superficie, e nonostante tutti gli altri accordi e negoziati che sono stati sinora portati avanti e che sono immaginabili per il prossimo futuro, la corsa agli ar1namenti atomici no,n è stata e non sarà arrestata, appare di una importante chiarezza; importante sia perché non autorizza alcun pericoloso ottimismo, sia perché, inevitabilmente, rimanda il problema ad un orizzonte assai più largo, cioè il tema dell'uomo e della scienza. È chiaro, anche dal libro di Goldschmidt, che parlare di infantilismo e innocenza della ricerca scientifica e poi di carattere adulto e responsabile della utilizzazione tecnico-politica, significa coprire di un velo ideologico proprio il nocciolo della situazione. In verità H problen1a nasce proprio quando gl,i « ap·prendisti stregoni», per usare un'esp 1ressione di Robert Jungk, vale a c_lire i Fermi, gli Einstein, gli Hahn, i Joliot, e tutti gli altri della « grande famiglia » dei fisici del nostro seco,Jo, devono cedere ai politici o alle esigenze politiche; quando cala la cortina del segreto militare e gli scienziati diventano funzionari, cioè quando la scienza pura si sente tradita. Non a caso il tema della neutralità della scienza è stato violentemente risollevato in questi ultimi tempi: la storia delle rivalità atomiche, come è nata e come si è sviluppata, è un ese1npio luci•dissimo della crisi delle scienze mondiali (per allargare la concezione di Husserl) che non può non ricondurre al tema della crisi globale dell'esistenza dell'uojmo. Il salto dalla innocenza alla colpa, cela la realtà di un uomo frantumato e diviso che è necessario recuperare, innanzi tutto prendendone coscienza. Il libro di Goldschmidt non si pro,pone, è vero, di trattare questa problematica, ma riconduce inevitabihnente qui. PIER ALDO Rov A rrr Autorità e libertà nel pensiero di Gramsci Con il suo Antonio Gramsci and the origins of italian co,nmunism (Stanford ,University Press, Stanford, 1967), John M. Cammet non ha inteso fornire una completa indagine storico-critica, né una illustrazione sistematica del pensiero di Antonio Gran1sci. In questo caso l'analisi della ten1atica. gramsciana sareb·be 1nanifestamente incompleta ed in particolare sarebbero trop·po scarsi - per quanto riguarda i Quaderni del carcere - i raffronti e le integrazioni di passi diversi, n1entre è noto che per la loro natura questi testi debbono venire continuamente a·ccostati e confrontati attra- ' verso una puntuale lettu·ra critica. Ciò non autorizza tuttavia a dire che 123 Bi liotecaginobianco

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