) -- I Argomenti perseguitare tranquilli studenti, o con pedinamenti, o con minacciose richieste d'informazioni nei loro riguardi », mentre sarebbe stato suo compito istituzio·nale badare piuttosto a « far scomparire l'aspetto di mercato arabo e di bordello levantino che la città di Napoli aveva assunto in quei tempi ». Intanto Omodeo esaminava le condizioni in cui si trovava la scuola, e le ragioni storiche vicine e lontane della sua decadenza. Nel passato « gli studi si livellarono secondo una misura di mera idoneità, che anno per anno andò abbassandosi, man mano che nella gioventù si attenuava il sentimento del valore del sapere ». Ma proprio dalla gioventù si espresse una critica al sistema, con il rigetto dell'istruzio,ne impartita ufucialmente e con un sempre più frequente ricorso allo studio autodidatta. Egli però ammoniva che « la ricerca di un rimedio puramente libresco si rivela di una certa ingenuità » perché « non si rimedia esclusivamente con i libri a una tara del carattere ». Perciò constatava soddisfatto che in regime di libertà « i giovani hanno accettato senza difficoltà il ripristino della serietà degli esanu ». I giovani mostravano, « una umiltà pensosa, che fa contrasto con l'arroganza propagandata dal fascismo ». Essi « hanno volontà di chiarirsi molti problemi, ma spesso urtano nelle difficoltà derivanti dalla loro scarsa preparazione». Per cui « le Facoltà invigileranno perché, soprattutto in questi tempi, i contatti tra i professori e gli studenti siano continui, anche oltre le ore d'insegnamento accademico». Si rallegra poi che « gli studenti van facendo i loro primi esperimenti di vita associata », perché appunto bisogna « avvezzarli al libero dibattito, all'associazione, all'iniziativa ». Altrettanto devono fare i docenti: « Bisognerà che i colleghi si avvezzino a pii1 frequenti riunioni, ben diverse da quelle meramente formali del ve11tennio decorso ». Omodeo divenne Ministro della Pubblica Istruzione (ancora detta Educazione Nazionale), il 22 aprile 1944, e il 4 maggio fu chiamato anche a presiedere la Commissione per la Defascistizzazio,ne; lasciò poi entrambe le cariche poco dopo la liberazione di Roma, nel giugno dello stesso anno. Ma il pur breve periodo del suo ministero fu il più fecondo di rinnovamenti sostanziali nella politica scolastica. Innanzi tutto, egli risolse con dignità e fermezza la questione dei libri scolastici, che, essendoci grossi interessi in gioco, stava assumendo aspetti grotteschi. Il Ministro Cuomo, che precedette Omodeo, aveva già definito il libro di Stato « insidioso strumento di educazione detestabilmente fazioso » e promesso con cautela « la libertà delle compilazioni, che potranno però 81 Bibiio_tecaignobianco
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