Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

I Essere socialisti è difficile vatore: ·apre necessariamente una frattura tra gli Stati e il mo·vimento .rivoluzionario, e poi tra gli stessi Stati so,cialisti ... In questo quadro ci spieghiamo l'inte,rvento ,dei paesi del patto di Varsavia irt Cecoslov,acchia ». E ancora: « una p,olitica internazionale che dia priorità al momento statale comporta .poi all'interno l'esaltazione di questo momento statale, con tutto quel che ciò significa: esercjto, burocrazia, ·accentramento dei poteri ... C'è un nesso· organico tra la crescita dell'ap,parato statale e l'involuzio,n-e della .democrazia so,cialista ». Libertini è dunque per la seconda prospettiva, quella che rico~ nosce al movimento operaio internazionale la capacità « ,di ro·mpere le b·arriere statali e di seguire la linea della lotta di classe prima che la contrap-posizione tra potenze statali ». Il -che - egli sostien·e - non inde·bolireb,be « la solidarietà generale con gli Stati socialisti ». Ora, a parte la validità della tesi relativa al1 la plossibilità di una lotta a livello orizzontale, internazionale, della classe operaia di tutto il mon,do (e dunque anche della cla1 sse operaia americana e di quella nord-europea, che francamente non si riesce a vedere nella veste di forze eversive), a parte questo, le contraddizioni ,da rilevare nel discorso di Libertini sono più d'un.a. Anzitutto, le due concezioni da lui illustrate non sono soltanto diverse: sono antitetiche, e la storia lo ha dimostrato più di una volta. Se l'Unione Sovietica - o magari la Cina - giudicheranno che una certa lotta rivoluzionaria, in un certo paese, contrasta con la sicurezza dello Stato sovietico - o di quello cinese - non solamente criticheranno quella lotta, ma si opp·orranno ad essa con tutti i mezzi a loro disposizione. Lo· ha ammesso lo stesso Libertini, accennando agli avvenimenti del maggio francese. Di più: se i collegamenti fossero « di base », orizzontali, come Libertini auspica, è chiaro che la stessa classe ,operaia dei paesi comunisti dovrebbe muoversi di con·serva ·co·n le lotte operaie d-egli altri paesi, il che la •portereb.be su posizioni a·utonome, e dunque anche di opposizione, se necessario, nei confronti dei propri governi. Altro che « solidarietà con i paesi so,cialisti », dunque! C'è un altro punto ,debo,Ie, nell'analisi di Libertini. Egli sostiene che « occorre decidere se l'equilibrio atomico ,della nostra epoca impone che ogni ,cosa sia ricondotta al ra,ppo·rto tra le grandi potenze, o se invece lascia spazio a una autono,ma iniziativa rivo·- luzionaria nell'area imperialistica ». N·aturalmente, la sua sc·elta è per la seco·nda tesi e ·a sostegno di tale scelta egli addt1ce l'esempio del Vietnam; ,dirfatti « i guerriglieri di O· Ci Min hanno· sfidato con 15 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==