Essere socialisti è difficile ed ha portato ad una serie di lacerazioni e di scissioni; né sembra che la spinta centrifuga sia per in,debolirsi, ma si direbbe anzi che vada acquistando nuovo vigore per effetto 1della cosiddetta contestazione (che pure, come cercherò di chiarire più oltre, non ha, se non in misura limitata, diritto di cittadinanza nel movimento socialista). All'origine della confusione e del disorientamento ritroviamo in primo luogo quella che purtroppo è stata la costante del socialisn10 italiano: l'insufficienza ct1lturale. I maggiori teorici del movimento, come è stato 1più volte rile,rato - lo ha fattb, ,di recente, anche G. D. H. Cole 1 - « furono in generale imitatori più che creatori di nuove idee ... Gli italiani tradussero e pubblic'arono moltissimi scritti classici del socialismo europeo, ma il loro contributo fu limitato e non di rado confuso ». Ho avuto o-ccasione di scriverlo altre volte: sotto questo aspetto, non si può dire che '1a situazione sia migliorata. Al contrario, essa si è addirittura aggravata, se si tiene conto dei grossi mutamenti intervenuti sia a livello della società italiana, sia a livello della situazio·ne internazionale: le esperienze di taluni paesi che si definiscono socialisti; ]e esperienze ,di altri paesi, nei quali governi che pure si ,dicono socialisti hann·o realizzato il cosiddetto Stato assistenziale; le esperienze di altri paesi ancora, in cui la società opulenta, con le sue spinte consumistiche, ha provocato il sorgere di problemi di tipo nuovo, oome il ridursi della sfera della libertà individuale di scelta; la particolare situazione dell'Italia, dove si è registrato l'avvento 1della società industriale senza che scomparissero gli antichi e pesanti squilibri. Tutto ciò avrebbe richiesto un grosso sforzo di ripensamento, una approfondita revisione del bagaglio ideologico socialista. Si sono avuti, è vero, i tentativi effettuati da qualche rivista - ad esempio « Critica Sociale », « Tempi moderni », « Problemi del socialismo » e qualche altra - per impostare un discorso critico; ma il pro·blema non è questo. Il problema è che, al giorno d'o.ggi, i quadri dirigenti di un partito politico, specie di sinistra, non possono permettersi il lusso di ,delegare ad altri - sia pure all'Ufficio Studi o alla Commissione Culturale del partito: troppo spesso questi Uffici e queste Commissioni procedo,no per conto proprio, in una autonomia che poi si risolve nell'isolamento - l'esame dei meccanismi sempre più co1nplessi dell'economia e, generalmente parlan-do, delle linee ,di sviluppo della società di oggi; solo attraverso questo esame è possibile ridefinire la collocazione e la fun1 G. D.H. CoLE, Storia del pensiero socialista, voi. IV, parte I, Laterza, 1968. 9 Bibiiotecaginobianco
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