Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

I Gior11ale·a più· voci Patto Atlantico), c'è però anche una valutazione autonoma sulla tendenza oggettiva, dovuta al progresso tecnico, all'allargamento dei mercati e ad uno sfruttamento più razionale· delle risorse. Per di più, i dirigenti sindacali rifiutano 01 gni posizione semplieistica e negativa, come quella espressa nelle tesi della Federazione Sindacale Mondiale (IV Congresso, Lip-sia, ottobre 1957) e specialmente nelJ~ tesi fra~cesi ( ~< il MEC è una macchina infernale forgiata dai monopoli per l'iniziativa degli i1np-erialisti americani »), e sollecitano i lavoratori a cercare un nuovo acçordo sindacale su scala europea. E altri passi ancora sono stati compiuti. Tutti i sindacati, ad esempio, sono oggi favorevoli, senza ~lcuna riserva, all'ingresso dell'Inghilterra nel MEC. Certamente, a monte di questa nuova politica sindacale c'è stata l'evoluzione della politica dei partiti. Con la formula governativa del centro-sinistra, poi, molte situazioni tendono e tenderanno sempre più a sbloccarsi. Negli anni '60, si stanno verificando quelle condizioni di cui Daniel Horowitz aveva lamentato la .mancanza nel primo- dopoguerra: il Partito Socialista, cioè, si è fatto garante politico contro la reazione, cercando di portare avanti delle riforme democratiche. La CISL e la UIL, pertanto, possono « abbandonare» le preoccupazioni per la stabilità democratica, e orientarsi più criticamente verso i problemi delle riforme econo1nicl1e e del mondo del lavoro. La CGIL, anche _per evitare o ridurre i contrasti interni dov~1ti alla pr~senza di due correnti sindacali, comincia a cercare su una base del tutto sindacale l'unità interna, tenta11do di collegarsi alla realtà del nuovo pro-. cesso produttivo. Ormai, il sistema dello sviluppo economico ha preso una direzione che se1nbra irreversibile~ I sindacati si trovano così di fronte ad un solo problem.a: aumentare il loro potere contrattuale e rivendicare la propria responsabilità in tutti i 1non1enti dello sviluppo economico. La soluzio11e d·ei problemi concreti diventa sen1pre più urgente, nella misura in cui essi sono sempre più sentiti da un gran numero di lavoratori. I sindacati conco,rdano negativamente nella maggior parte delle analisi sulle condizioni dell'agri~ coltt1ra e sul « Piano verde » in particolare. Essi propongono un si-= sterna di sicurezza sociale, una Sqna riforn1a burocratica e una migliore condizione operaia in fabbrica. Ritengono, inoltre, necessario · un loro più consapevole intervento nelle aziende per quanto riguarda le trasformazioni tecnologiche. Gli operai sono alle prese con problemi nuovi. Il contenuto del lavoro si è n1odificato e arricchito. Il disagio degli operai di fronte alle nuove tecniche e alle nuove professionalità è aumentato. All'a~pirazione a un cambiamento politico generale subentra negli operai la preoccupazione di capire ·che cosa succede nell'azienda e di cercare il modo di risolvere a . proprio vantaggio gli effetti della trasformazione tecnologica. La CISL e la UIL, inoltre, cominciano ad essere più severe verso la politica econo-mica. governativa e impren·ditoriale. Nelle fabbriche, .i lavoratori scendono più volentieri in- scioperi unitari. I tre sindacati metalmeccanici tendono a ·trascu-. rare· ciò che· li divide; per accordarsi .su obiettivi comuni. Essi, oggi, hanno. ormai· raggiunta l'unità -di fatto, sia pure su p.osizioni particolari, non del · Bi.b.liotecàginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==