Note della Redazione tiva, possono esercitare un'infiuenza senz'altro utile sulla stessa politica meridionalista. Ma perché la « contrattazione programn1{ff q, » non si riduca ad un serriplice scambio di vedute o ad un'occasione di :compromessi corporativi, vantaggiosi solo per i più forti centri del potere economico, è necessario che il Governo « contratti » da una posizione di forza; condizione, questa, che dipende almeno altrettanto dall'efficienza dell'organizzazione amministrativa che dai valori e dalle intenzioni progressiste della classe politica al potere. È certamente vero, come hanno affermato i ministri Pieraccini e Colombo, che gli organi della programmazio-ne non si recano disarmati all'appuntamento con le grandi forze economiche; ma è quanto meno dubbi~ che essi sappiano e possano utilizzare in modo efficace gli strumenti di cui dispongono. La politica di piano non si realizza soltanto con alcune riunio·ni di vertice, ma anche, anzi soprattutto, mediante una assidua, faticosa opera di trasformazione delle strutture amministrative, centrali e periferiche, e dei criter_i ch·e presiedono alla lo·ro gestione. Su questo terreno siamo in grave ritardo: i principali avversari della programmazione si annidano ancora nell'amministrazione pubblica; i primi « contraenti » cui imporre il rispetto di quel « pubblico patto» nel quale, secondo: la definizione di Mèndes-France, va identificato il piano nazionale, sono proprio i suoi organi. La stessa Cassa per il Mezzogiorno, la cui- pro-roga nel '65 venne giustificata appunto co·n la necessità di non poter rinu·nciare ad un organo che, per la sua esperienza e· 1e s~e caratteristiche istituzionali, non appariva facilmente sostituibile nell'attua- ;,ione della politica meridionalista, deve ristrutturarsi per essere all'altezza dei compiti di una bene intesa programmazione (si veda a questo proposito l'articolo -di Rossi Daria in questo stesso numero di « Nord e Sud»). In conclusione, il banco di prova della nuova esperienza va visto soprattutto in una maggiore efficienza della pubblica amministrazione, non solo come condizione per un più efficace impegno nelle regioni meridionali, ma anche come strumento per realizzare quella subordinazione del sistema · produttivo ai fini civili della collettività, in cui si riassume il significato piìt profondo della programmazio-ne. Per una pplitica scientifica Politica scientifica e Ministero della Ricerca: sono i temi di u,n convegno riunitosi a Milano il 24 febbraio ed al quale hanno partecipato taluni degli uomini più rappresentativi della scienza italiana: i quali si sono· chiesti, appunto, se sia necessario creare un altro Ministero per dare al paese una politica scientifica degna di questo nome; o se, con la creazione di un altro Ministero, non si corra il risch_iodi appesantire ancora di più il già comples~o ed intricato) meccanismo burocratico attraverso il quale vien.e oggi effettuata la scelta delle ricerche da promuovere ed il controllo, se, di controllo si può j so Bibliotecaginobianco
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