Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

... Francesco Barbagallo è il contrasto diretto tra maggioranza e minoranza, che è il gioco democratico per eccellenza, la verifica giorno per giorno del potere, senza la quale non esiste democrazia garantita, la proposta d~ un'alternativa senza la quale ogni regime democratico è destinato: a isterilire » 30 • La possibilità del compromesso - secondo la classica espressione di Lord Balfour - rappresenta il cardine dell'intero sistema inglese, ma l'assunto risulta pienamente valido anche nei sistemi più propriamente « parlamentari ». « La funzion·e politica delle assemblee rappresentative oggi non è tanto l'iniziativa legislativa quanto lo svolgimento• di opera di educazione e di pro·paganda popolare e l'integrazione e la coordinazione di interessi e punti di vista contrastanti. Il rappresentante deve essere un maestro nell'arte del compromesso._ I parlamenti e i parlamentari appaio•no come agenti integratori attraverso, i quali la politica del governo e le ·pretese dei vari gruppi di interessi vengono esposte al più vasto pubblico al fine di sco-prire un equilibrio adatto » 31 • Viene così a caratterizzarsi una funzione che esorbita dalle classiche ripartizio-ni, ma che sta assumendo un'importanza crescente (soprattutto nei sistemi assembleari), correlata all'oscuramento· delle funzioni tradizionali: la funzione nego·ziale, per cui il Parlamento si configura come « centro transattivo » e co,me « stanza di compensazione » del sistema. Il processo decisionale - si è giustamente osservato - non segue piì1 uno svolgimento· lineare attraverso i poteri tradizionali (elettorato, partiti, Parlamento, Governo, capo dello Stato), ma è strutturato p•er « cerchi concentrici », e si esprime attraverso poteri collaterali (partitocrazia, tecnocrazia, gruppi di pressione, sindacati) che esercitano una pressione concentrica sulle istituzioni tradizionali del sistema. « Guardando alle cose in questa luce, si spiega perché anche un Parlamento 'impotente' .. vale a dire reso inoffensivo dal suo sovraccarico di lavoro, o altrimenti do-minato dai partiti, riacquista ' potenza ' ». Come « centro transattivo )) il Parlamento sfugge tanto all'impotenza da affaticamento, quanto all'ipotesi partitocratica. « Per due ragioni. La prima è che si negoziano solo le cose import_anti, e quindi che a questo effetto· si compie, per esempio, quella discriminazione che non si compie in sede di lavoro legislativo. La seco,nda è che per negoziare bastano poche teste. Tra le varie centinaia di componenti di un ramo del Parlamento, la funzio11e negoziale, o di contrattazione, può venire espletata da poche decine di persone » 32 • 30 N. BoBBIO, op. cit., p. 41. 31 CARL J. FRIEDRICH, Governo costituzionale e democrazia, ed. Neri Pozza, Venezia, 1963, p. 428. 3i G. SARTORI, Il Parlamento Italiano, cit., p. 381. 84 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==