.. Virginia Gangemi duccio), nel 1951 la po,polazione risultava· di 87.056 un,ità, mentre i vani erano 30.446; nel 1966 la popolazione era di 121.091 ed i vani e,rano divenuti 65.685. · Nelle zone periferiche a N·ord-Est (Poggioreale, S. Pietro a Patierno) la popolazione era nel 1951 di 49.434 abitanti ed ii vani 17.204 mentre nell 1966 gli abitanti erano 64.374 ed i vani 32.861. Nei quartieri a Nord (Miano, Piscino1a, Secondigliano-, Chiaiano•) n·el 1951 si avevano 73.327 abitanti e 20.824 vani; nel 1966 gli abitanti erano, 132.335 ed i vani 65.422. Dal confronto di questi dati •del 1951 e del 1966 risulta l'enorme incremento edilizìo che ha carattenizzato le zone periferiche della città. Ma anche se gli indici di affollamento che van•no dal dopoguerra ad 01 gg,i risultano notevolmente regrediti (mentre nel 1951 l'indice medio era di circa 3 ab. a vano, nel 1966 risultava, nelle zone perifeniche, di circa due abitanti a vano) non si può dire che l'incontrollato svilup·p01 edilizio, periferico abbia in qualche modo risolto i pro1 blemi dell'espansione residenziale della città. Inoltre, le già individuate carenze di attrezzature e servizi collettivi (basti per tutti l'esen1.pio dei quartieri occidentali Pianura, Soccavo, Bagnoli e Fuorigrotta dove per circa 200.000 abitanti le attrezzature di zona sono rappresentate da quattro filiali di banche, un supermercato e quattro cinema) e in particolar modo di attrezzature scolastiche, hanno ulteriormente degradato le aree periferiche che si può dire gravano per .i serv1izi completamente sulle zone centrali. Le previste espansion.i residenziali seco,ndo la legge 167 a Po,nticelli ed a Secondigliano, con 1a concentrazione degli interventi di edilizia economica e popolare potranno so,ddisfare in parte il fabbisog·no edilizio di Napoli. Per la reale efficienza dei nuovi nuclei residenziali occorre -prendere in considerazione le relazioni che si andranno a stab.ilire con il vecchio agglon1erato urbano e con il centro dei servizi d1rezional,i e preoisare il tipo di attrezzature e servizi collettivi att,i a stimo,lare una vita sociale attiva nell'ambito delle comunità. Evitare ulterd.or,i accrescimenti multidirezionali della periferia cittadina non significa tuttavia risolvere i problemi dell1e frange urbane; occorre che sia programmato ed attuato un piano di ristrutturazione e di riqualificazione funzio-nale e paesaggisti_ica che consenta il recup·ero delle attuali aree periferiche degradate. Gli odiem,i strumenti urbanistici non garantiscono opera .. zioni che consentano la rivalutazione delle zone periferiche, laddove no·n esista la coscienza della necess,ità di risolvere i problemi di ristrutturazione indivi- · duando ed analizzando i fenomeni di natura sociale ed economica che hanno contribuito a deter1ninare le attuali espressioni urbane periferiche. Se si consi 1derano le recenti esp·erienze c·omp,iute -in Jugoslavia - dove, sopr~.ttutto mediante un rafforzamento delle autonomie locali e della più diretta partecipazione degli ab,itanti al1 la trattazione dei problemi cittadin,i, si van-no attuando vasti piani di ristrutturazione in centrii c9,me Belgrado e Koper -, si chiarisce come sia indispensabile prevedere anche in Italia nuove 62 Bibiiotecaginobi.anco
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