Nord e Sud - anno XV - n. 105 - settembre 1968

... I Giornale a più voci biente depresso, in una società come la nostra che non copre ancora queste disparità con una capillare e approfondita assistenza scolastica e parascolastica. Sono il segno, inso.mma, di una società in cui i sussidi culturali sono ancora forniti troppo dalla famiglia e troppo poco dalla scuola. Dal confronto tra il 1964-65 e il 1954-55 appare anche che gli alunni dei licei parificati (sem.pre limitatamente al terzo anno) erano nel 54-55 :il 22,3% del totale, mentre scendono, dieci anni dopo, al 19,4%. È un tdato importante, che dimostra che la scuo1 la privata, dopo aver attraversato un periodo di grande floridezza, dovuto a con1plessi fattori, e talvolta a clientelism-i politici, va notevolmente ridimensionando il suo rapporto competitivo con la scuola pub,blica. Tale· situazione appare ancora più evidente esaminan 1 do stat 1 istiche più vecchie, quelle, ad esempio, dei primi esami svolti regolarmente in tutto il territorio nazionale nel dopoguerra. Si ricordi che già nel 1944 Omodeo aveva voluto che, nelle zone liberate, avessero luogo le pro,ve di licenza, con un ordinanza, nono,stante che questa « scatenasse la mobilitazione della canea reazionaria», poiché egli vedeva allora in ciò il segno più importante di un ritorno alla regolarità e alla dignità degli studi, onorevole punto di partenza per la ricostruzione morale dopo « il grande naufragio ». Nel 1945-46, poi, in tutta Italia si presentarono 13.288 candidati di licei classici statali. Ne furono promossi 11.627, 1'84,8 per cento. Ci furono, inoltre, ben 11.017 esterni. Tale enorme numero si spiega considerando che allora sostennero esami moltissimi reduci, sfollati, persone insomma che per i più vari motivi, pubblici e privati, non avevano potuto studiare regolarmente. Di questi solo 4.813, il 43,7% furono giudicati maturi. Dei 3.547 candidati di analoghi istituti privati, poi, 3.110, 1'87,7%, furono promossi. Quell'anno, perciò, la percentuale dei « maturi» fu più alta nelle scuo,le non governative. Insomma, con un rilevamento fatto in tempi eccezionali, appare più evidente la situazione di privilegio in cui ha sempre agito la scuola privata, situazione che sussiste pur sempre, ma che normalmente è compensata dalla 1nigliore qualità dei docenti e dei discenti della scuola pubblica. In quell'anno, invece, le difficoltà in cui questa si trovava, man~canza di professori, di libri, di aule, e che toccarono solo lievemente gli istituti privati, fecero sentire il loro peso sui risulta ti degli esami. Per avere un'idea delle condizioni di allora, basti pensare che da una statistica dello stesso anno risulta che i licei~ginnasi statali, avendo in funzio,ne 3.482 classi, disponevano di 3.389 aule, fatto che fu anche sottolineato con soddisfazione, come segno di una normalità pressocché raggiunta, a prezzo di infinita abnegazione: ad « aule » allora furono adibiti corridoi, le presidenze, fin le salette di bidelli. Ma nello stesso anno nei licei-ginnasi privati funzionavano 719 classi, con ben 831 aule a disposizione. Il 1946-47 fu il primo anno in cui anche le scuole legalmente riconosciute, purcl1é rispondenti a certi semplici requisiti ·numerici, furono sede di maturità. In essé furono esaminati 4.344 candidati interni. Ne furono promossi 51 Bibliotec·a Gino Bianco

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