Dall'« opulenza» al benessere possibile eliminare durevolmente ed efficacemente le condizioni evidentemente intollerabili esistenti in regioni e settori arretrati, e che inefficacemente e con costi molto elevati si è tentato di elevare attraverso interventi contraddittori e irrazionali 24 • E chiaro a chiunque esamini la pur non insignificante pubblicistica sulla politica economica di centro-sinistra, che il raggiungimento di una effettiva e stabile piena occupazione non ebbe non solo la priorità che sarebbe stata necessaria a fini distributivi (e ai fini più generali di modernizzazione e rigenerazione della società italiana) ma neppure un rilievo appena consistente, in confronto a obiettivi più immediatamente connessi a rivendicazioni corporative di classi medie, come la riduzione degli squilibri territoriali e l'accrescimento della spesa pubblica nella scuola, nella ricerca scientifica, nell'urbanistica ma a11che, inevitabilmente e prevedibilmente (non essendosi in alcun modo te11tato di creare pressioni controbilancianti) nel gonfiamento delle spese pubbliche correnti. Dopo quattro anni da quella « fine del miracolo » che costituisce uno dei momenti decisivi della storia italiana, le forze che allora sostennero quella prospettiva non hanno ancora tentato un bila11cio responsabile delle condizioni di una diversa alternativa. Quanto un'effettiva preoccupazione egualitaria fosse estranea a coloro che formularono le linee di una nuova politica economica appare dal fatto che, quasi sempre, ci si limitò a proporre o anche solo ad auspicare un accrescimento relativo dei redditi di lavoro. Con questo criterio, è indubbiamente molto facile constatare la tendenza a una distribuzione più egualitaria. In un capitalismo di managers assumono giuridicamente il caratlere di redditi di lavoro anche i profitti delle grandi imprese. Ma anche se si prescinde da quelli che solo formalmente possono dirsi redditi di lavoro, o anche se si esclt1dono i redditi di [lavoro particolarmente elevati, un confronto tra l'insieme dei redditi elevati (anche di lavoro) e i redditi non elevati (a partire da un dato livello convenzionale) no,n dice quanto sia egualitaria la distribuzione del reddito. 24 Non è qui necessario ricordare l'immensa congerie di provvedimenti relativi all'agricoltura, presi in epoche diverse e con fini diversi e, spesso, sotto la spinta di condizioni che non esistevano più quando tali provvedimenti cominciavano a operare. Nell'insieme, si ha l'impressione che se si fosse voluto incentivare investimenti inutili, incoraggiare la sopravvivenza di forme dj impresa anacronistiche, ricostituire artificios~mente le più arcaiche aziende di sussistenza, ostacolare un razionale riorientamento delle colture e delle risorse produttive, tale obiettivo potrebbe dirsi raggiunto in modo quasi perfetto. 125 BibliotecaGino Bianco
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