Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Antonino de A rcangelis mentre a sud del Garigliano ci si è perfezionati nella terapia delle malformazioni congenite e non si conosce la cura di una banale dispepsia? La verità è che in tutte le regioni italiane, l'u11ico fattore che pu:J determinare una sensibile contrazione degli indici di. mortalità infantile è rappresentato dalla rete assistenziale che, per essere efficace, deve risultare proporzionale a quelle che sono le diverse necessità regionali. È noto che i valori statistici di n1ortalità sono tanto più co·mprimibili quanto più elevati essi risultano in partenza: valga l'esempio della Jugoslavia, che è riuscita ad abbassare in un solo anno, dal 1953 al 1954, la mortalità infantile nel primo anno di vita di ben quattordici punti, da 116 a 102, mentre l'Olanda ha impiegato dieci anni per ridurre il tasso di sei punti, da 21 a 14,8. È evidente perciò che, se in Italia si fosse realizzata almeno una uniformità di trattamento assistenziale regionale, avremmo potuto assistere ad una riduzione dei valori regionali tanto più accentuata quanto più elevato· era l'indice di partenza. Ma la logica dei provvedimenti - quella logica che ci sembra proprio non voglia ispirare gli enti preposti al settore - avrebbe dovuto imporre . un intervento assistenziale diverso nelle varie regioni, a seconda della gravità dei valori regionali ed anche a seconda dei livelli di reddito procapite, che senza dubbio costituiscono le cause profonde della patologia infantile. L'uniformità del trattamento assistenziale 11elle varie regioni italiane avrebbe dovuto esprimersi facendo riferimento alla natalità regionale; la proporzio·nalità dell'intervento avrebbe dov11to invece fondarsi sui valori di mortalità e di reddito regionale. Ma, come abbiamo purtroppo già avuto modo di rilevare, né l'uno né l'altro criterio sono stati seguiti dall'Opera Nazionale per la protezione della Maternità e •dell'Infanzia. Il rapporto fra natalità italiana ed istituzioni d·ell'ONMI in Italia era, ne! 1954, di 94,1 e del 1964 di 103,7: ciò significa che sul territorio nazionale esisteva nel 1954 una istituzione ONMI per ogni 94 nati vivi e nel 1964 per ogni 103 nati vivi. Sul piano regionale, il rapporto con la natalità non è stato mai rispettato: basti l'esempio di regioni che sono state oggetto di• particolari favoritismi, come la Val d'Aosta (38,9 nel '54; 57,6 nel '64) o la Liguria (54,9 nel '54; 77,1 nel '64) al confronto di altre palesemente trascurate, come la Camparua (191,8 nel '54; 202,7 nel '64) o le Puglie ( 150,9 nel '54; 171,3 nel '64 ). Ciò dimostra che proprio là dove la natalità elevata richiedeva un più cospicuo intervento dell'Ente preposto, questo intervento si è dimostrato palesemente ed inspiegabilmente inadeguato. Ancora meno ci si è ispirati al criterio della proporzionalità con i valori di mortalità infantile regionale e con qu·elli del red·dito pro-capite 38 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==