.. L'Opera • inoperante di Antonino de Arcangelis Siamo propensi a credere che quando Newsholme definì la mortalità infantile nel primo anno di vita come l'« indice più sensibile che possediamo del benessere sociale », e quando Debré, caposcuola della moderna pediatria francese (e padre del ministro gollista), ebbe a dichiarare che « il grado di civiltà raggiunto da un popolo si desume dal tasso della sua mortalità infantile », entrambi dovettero tener conto del fatto che il bambino, particolarmente nel primo anno di vita, non è in grado di esprimersi con la chiarezza necessaria per far comprendere la gravità del malessere che lo affligge. In tal senso, la identificazione fra l'indice di mortalità infantile di un popolo ed il suo grado di civiltà riflette il fatto che soltanto un popolo altamente civile si preoccupa di provvedere anzitutto alla assistenza di quegli strati di popolazione che, oltre a non far parte del corpo elettorale, non hanno modo di formulare richieste di soccorso. Dal giugno 1967, quando esponemmo su questa stessa rivista la gravità del problema della mortalità infantile in Italia, in ragione delle sue vistose differenze regionali, non sono mancati interventi sulla stampa politica e sanitaria; tuttavia si deve riconoscere amaramente che da parte della classe politica italiana non si sono manifestati segni concreti di sensibilizzazione al problema. A provarlo basterebbe la persistente sperequazione dei programmi assistenziali a dan110 di talune regioni italiane, che poi sono sempre le stesse. Ma ciò che i11realtà non ci saremmo proprio aspettati è la polemica, che va avanti da qualche mese, fra i pediatri italiani - evidentemente colpiti dalla pesa11tezza delle cifre - sulle responsabilità del fenomeno; polemica, spesso aspra, che ha trovato ospitalità sull'organo ufficiale della categoria, il « Notiziario della Società Italiana di Pediatria ». La vertenza è iniziata in un ambiente altamente qualificato, nel corso del Congresso della Società Italiana di Pediatria, tenutosi a Firenze nel dicembre 1967, con la critica espressa da Gentili, cattedratico di Pisa, sulla opportunità che l'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia riveda la sua organizzazione assistenziale, riducendo l'attività consultoriale, a suo parere di scarsa utilità, ed incrementando quella degli Asili-Nido. Tale critica, di autorevole provenienza, ha suscitato la reazione del Diret35 · Bibliciteca Gino Bianco
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