Il « gap » del Mezzogiorno di scoperte scientifiche e di applicazioni tecnologiche proprio degli USA e di gran lunga maggiore del potenziale europeo e italiano, ma il problema di questo divario non può essere risolto solta11to con l'aumento delle spese per la ricerca. Si tratta, infatti, di portare tutto il sistema produttivo delle nazioni europee ad uno « standard » qualitativo superiore. E per fare ciò occorre un sistema finanziario in grado di offrire grandi possibilità nel reperimento dei capitali, un'alta preparazione nei quadri nianageriali, una moderna orga11izzazione dell'istruzione. E questo problema esiste per l'Italia ancor più che per la Francia e la Germania poiché il livello tecnologico della nostra organizzazione industriale, nonostante i notevoli progressi di quest'ultimo decennio, resta ancora il più basso nell'ambito dei paesi appartenenti alla CEE. Questa la situazione mentre si è oramai giunti alla completa liberalizzazione degli scambi fra i paesi della Comunità. Ecco quindi che al problema pur pressante del pericolo di assoggettamento all'industria americana si sovrappone l'altro, ancora più immediato, dell'adeguamento del nostro sistema produttivo a quello della Francia, della Germania ed anche della Gran Bretagna, in vista di u11 futuro ingresso di quest'ultima nel Mercato comune. L'ammodernamento tecnologico della nostra industria diventa anche il banco di prova di quel rinnovato impegno meridionalistico a cui il governo ha mostrato recentemente di volere tener fede. Occorre anzitutto evitare che la necessità di far fronte alla conco,rrenza di paesi comunitari 11el libero mercato europeo distolga gl'imprenditori del Nord dal pensare a nuove localizzazioni industriali nel Mezzogiorno, « contrattate » con gli organi statali, riportandoli ad una co,ncezione « efficientistica » della loro politica d'investimenti, in netta antitesi con le scelte meridionalistiche. Ma compito precipuo del governo dovrà essere quello di guardare allo sviluppo globale della struttura industriale dell'Italia, considerando l'attuale apparato produttivo del Mezzogiorno alla stessa stregua dei più solidi e moderni impianti settentrionali, in vista delle iniziative da promuovere per rendere più competitive tecnologicamente le nostre aziende. Solo così, legandone le sorti al progresso industriale del Nord, si potrà sperare che l'industria del Sud segua le imprese settentrionali sulla strada del rinnovamento dei processi produttivi e della ricerca di nuovi prodotti. Le maggiori industrie del Nord considerano già la ricerca un investimento produttivo, anche se in misura ancora ina~ deguata, e si stanno ora predisponendo le prime forme di collaborazione fra imprese, in settori di reciproco interesse. C'è pericolo quindi che nel Sud si resti indietro, forse irreparabilmente, e che, così come il Mezzogiorno è stat0 finora l'area depressa in senso generale del nostro paese, 19 , · B.ibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==