Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

·' Le idee del tempo gitra esemplare della nostra vita pubblica, una figura di uomo politico vocato esclusivamente alle sfumature, alle dosatitre, a mediare eludendo piuttosto che imponendo le soluzioni necessarie. E tutto qitesto senza realizzare neppure le riforme che avrebbero dato senso e ragione a ui1a così debole e statica amministrazione del regime di libertà, a una così passiva fritizione di un patrimonio 1norale e politico così alto. Vale a dire che - per stare ai termini del Kogan - non solo non, abbia,no a11uto « il sostegno di miti politici», ma neppure « un'adeguata animin.istrazione », anch'essa indispensabile a una forte struttitra politica e anch'essa , carente presso di noi, poiché « la base giuridica del sistenia a1nministrativo italiano tendeva a impedire la frode e la corruzione - e in que- f C sto aveva completamente fallito - piuttosto che a promuovere la tempestività e l'efficienza» (p. 270). Ed è appena necessario osservare elle queste riflessioni critiche, e forse amare, sulla democrazia italiana si possono integraln-zente applicare, fatte le debite differenze e tradotti altrimenti i loro termini, al «forte » regime gollista in Francia, al preteso significato « rivoluzionario » del comitnisnio italiano e francese e anche all'annaspante ricerca dell'« adegita1nento ai tenzpi » da parte dei cattolici. Che regime forte è quello il quale, come il regi1ne gollista in Francia, propone in sostanza una soluzione autoritaria dei problemi politici del paese, e lascia intanto in vigore l'intera struttitra esterna e formale di un regime democratico, privando la democrazia di ogni significato e di ogrzi fitnzionamento e se stesso dei 111ezzi 11.ecessari a realizzare con coere11za i propri fini ultimi e veri? Cl1e regime forte è quello che, co1ne sostegno di miti politici, non sa attribuirsene o inventare altri ch,e la gloria, sia pilre prestigiosissin1.a, di itna personalita fuori del co1nune e il prosegiti111.e11.todell'antiquato, dell'antiqu.atissimo ideale della grandeur francese? Che spirito rivoluzionario è qtlello di partiti i quali - come il PCI e il PCF - non san.no far altro che amn1.inistrare più o nieno dccorosa1nente itna non sempre sicura· efficienza burocratica e organizzativa; rinunciare al discorso proprio, di classe, per sostenere un sostan.- ziale obiettivo di schieramento interclassista; perseguire, in itltima analisi, il disegno, poco nobilmente ulisseo, di penetrare nella cittadella del « potere borghese » grazie al cavallo di Troia delle « nitove unità », delle « nitove maggioranze » e dei governi di « unità popolare »? E cl1e adeguamento ai tempi è quello di chi, come tanti cattolici dei nostri giorni, non sa far di meglio che strillare più fortemente degli altri e far più chiasso degli altri nell'appropriarsi delle formule alla moda per coprire itn sostanziale vuoto di idee? Così, al,:neno in Francia e in Italia (ma sarebbe facile estendere il ~-,-,/ giudizio ad altri paesi) la crisi è generale, e - come tutte le grandi crisi - .{\; 73 • BibliotecaGino Bianco

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