• Il PCI in una fase di transizione zio11e, fonte di deformazioni dogmatiche dell'ideologia e di cedimenti opportunistici, e accrescere in ogni campo lo sforzo di liberazione e di studio, l'impegno culturale e ideale » 27 • In complesso si può affermare che negli ultimi anni i problemi relativi al ruolo dell'ideologia nella vita del partito si sono venuti concentrando di preferenza sul tema della « educazione ideologica », ossia « di un'attività di un'educazione ideologica di massa, a carattere semplice e scolastico, volta a diffondere in grandi masse operaie e popolari sia gli elementi della ... dottrina, sia i termini della... ricerca ed elaborazione teorica, sia i contenuti della ... politica (del PCI)» (Tesi del 10° congresso) 28 • E forse proprio in questo spostamento di accento va individuata la ragione del dibattito che si è avuto, alla vigilia dell'll 0 congresso, sulla funzione degli intellettuali nel partito. Quanto al problema della vita interna del partito, non c'è dubbio che esso fa perno sul tema del « centralismo derr1ocratico ». Questo punto molto importan,te si trova certamente già sviluppato nelle pagine di Gramsci ed era già stato affrontato nella prassi del PCI nei suoi primi anni di esistenza, ma altrettanto indubbiamente soltanto dopo la seconda guerra mondiale ha ricevuto le sue formulazioni più organiche e complete. In questa veste organica e completa i principi del centralismo democratico furono esposti nello Statuto approvato dall'8° congresso del PCI (1956) secondo il quale essi significano che: « a) ogni istanza di partito, nello svolgere la propria attività, deve rispettare la democrazia di partito, cioè favorire l'attività e l'iniziativa di tutti i militanti, mantenere vivo e permanente il legame tra gli organismi dirigenti e la base, fra le istanze superiori e quelle inferiori; b) tutti gli organismi dirigenti devono essere eletti democraticamente e funzionare e decidere in modo collegiale, fermo restando che la direzione collegiale non annulla la responsabilità individuale; e) gli organismi dirigenti devono rendere conto periodicamente, e nelle forme opportune, della loro attività alle organizzazioni e alle istanze che li hanno eletti; d) gli organismi dirigenti e i singoli loro componenti sono revocabili per decisione dell'assemblea o istanza che li ha eletti; e) la n1inoranza deve accettare e applicare le decisioni della maggioranza; f) le decisioni degli organismi superiori sono obbligatorie per gli organismi inferiori; g) non sono ammesse azioni che violano la linea ,politica e i principi organizzativi del partito; non è tollerata l'attività frazionistica né alcuna azione che possa rompere o minacciare l'unità e la disciplina del partito». A sua volta Togliatti nel discorso di replica allo stesso 8° congresso affermava che « non vi può essere posizione giusta delle questioni interne di partito la quale porti a un indebolimento del partito stesso. Se porta neHa ,pratica, a un indebolimento dell'avanguardia rivoluzionaria, la posi21 VIII Congresso, cit., p. 884; IX Congresso, cit., vol. II, p. 302. 28 X Congresso, cit., p•p. 743 segg. 35 BibliotecaGino Bianco
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