Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Giuseppe Galasso delle posizioni di potere della classe operaia~ .. (e) questo richiede come condizione fondamentale e insostituibile l'autonomia, l'unità della classe operaia » 7. Qui, dunque, il disconoscimento, della natura e della funzione di classe del vecchio socialismo italiano è pieno. Quel che è sinto·matico è che, nella elaborazione del PCI, a questo, progressivo disconoscimento nei riguardi del PSI si è andato accompagnando un riconoscimento sempre più chiaro della natura e della funzione di classe che esercitavano o potevano esercitare le sezio·ni della classe operaia militanti in altri parti ti. Il ricono,scimento è stato: particolarmente esplicito e importante per quanto riguarda l'operaismo cattolico, che, da strumento semipassivo nelle mani di un ceto politico 1 conservatore, è stato qualificato sempre più co,me fattore autonom.o e determinante della vita politica italiana. Un riconoscimento analogo ed altrettanto importante è stato poi operato anche nei riguardi delle forze sin.dacali estranee all'organizzazione a cui partecipano i comunisti (CGIL) e organizzate in altre centrali sindacali. Anche queste forze furono a lungo tenute sotto l'accusa di « scissionismo » e in1putate di prestarsi, volontariamente o involo!ntariamente, a fa·re gli interessi delle classi conservatrici. Col passare degli anni, invece, è andata sempre più prevalendo la preoccupazio.ne di ristabilire, con le altre forze sindacali, non già l'unità 01 rganizzativa perdutasi nel 1948 e ormai reputata impossibile, bensì una pratica unità d'azione nel maggior numero di casi possibile; e, di co,nse- , guenza, è mutata .anche la valutazione del ruolo politico e sociale riconoscibile, in atto o in potenza, a queste forze nella vita del paese. Il pro1 blema dell'unità politica della classe operaia si è, però, tempestivamente prospettato al PCI anche nei suoi numerosi aspetti e difficoltà di ordine sociolo·gico. Già Longo,. nella sua relazione al 7° congresso (1951) osservava al riguardo che in Italia « si tratta di lavorare non solo tra masse operaie differenziate in varie categorie, con diverse caratteristiche di produzione, di formazione pTofessionale e politica e di organizzazione, ma tra masse che la situazione generale e l'azione stessa del padrone e del governo, tendono a differenziare ancora, a frazionare e a dividere. Vi sono gli operai dipendenti dai grandi complessi monopolistici, che hanno il lavoro quasi assicurato, e vi sono gli operai dei complessi controllati dallo Stato o di quelli non controllati dai monopoli, che sono sotto la minaccia permanente dei 'ridimensionamenti'. Vi sono alcune categorie, molto ridotte cli 7 XI Congresso del Partito Comunista Italiano. Atti e risoluzioni, Roma 1966, pp. 64-65. 20 ..... BibliotecaGino Bianco

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