Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

La sociologia della conoscenza a uno specifico tipo di società, che struttura in un certo modo la coscienza dei suoi autori-prodotti. Si prenda, come esempio tipico, la seguente descrizione: « La struttura temporale della vita quotidiana non solo impone sequenze predeterminate alle cose da fare di ciascun giorno, ma si impone anche come t1n tutto alla mia biografia ( ...). Così, nei casi in cui, per una ragione o per un'altra (diciamo che ho avuto un incidente automobilistico, in cui ho perso la coscienza) posso restare 'disorientato', io sento un'urgenza quasi istintiva di 'riorientarmi' entro la struttura temporale della vita quotidiana: guardo l'orologio e cerco di ricordarmi che giorno è. Soltanto con questi atti io rientro nella realtà della vita quotidiana». È legittimo chiedersi se la struttura ten1porale della vita quotidiana no,n sia in relazione con il tipo di atti .. vità economica e con i ritmi di produzione dominanti in una certa società. È anche legittimo chiedersi se la « struttura temporale della vita quotidiana » descritta dagli Autori non sia che una particolare struttura temporale o, ancor più radicalmente, se si possa parlare in generale, per tutte le società del presente e del passato, di « struttura temporale della vita quotidiana». Il metodo della sociologia della conoscenza elaborato dagli AA. vuole. infatti, presentarsi come valido nei confronti di tutte le società. « La realtà della vita quotidiana (...) mi si presenta come un mondo intersoggettivo, un mondo che io condivido con altri. Questa intersoggettività differenzia nettamente la vita quotidiana dalle altre realtà di Biblioteca Gino Bianco cui io sono consapevole ». Se la realtà della vita quotidiana è condivisa con gli altri, che tipo- di « esperienza degli altri » io faccio nella vita quotidiana? La più importante « esperienza degli altri » ha luogo nella situazione di rapporto diretto interpersonale, che è il prototipo dell'interazione sociale: tutti gli altri casi di interazione, infatti, appaio,no da esso derivati. In una siffatta relazione, l'altro è per noi più reale di noi stessi, l'anonimato delle tipizzazioni con le quali noi apprendiamo i nostri simili viehe continuamente incarnato, riempito e specificato dalla molteplicità di vividi sintomi riferentisi a un co•ncreto essere vivente. Inoltre, in una relazione diretta intertemporale, il fraintendimento e l'ipocrisia so,no più difficili che in altre forme di rapporto meno strette. Questa relazione f ace-to-face presenta naturalmente differenti gradi di intimità e di intensità, ma rimane comunque privilegiata: la realtà sociale della vita quotidiana è infatti normalmente appresa entro un continuum di tipificazioni, che sono progressivamente anonime, mano a mano che si allontanano dall'hic et nunc della situazione f ace-to-face. La struttura sociale appare, in questa fenomenologia, la somma totale di queste tipificazioni e dei modelli ricorrenti di interazione stabiliti per mezzo di esse. Come tale, la struttura sociale è un elemento essenziale della vita quotidiana (pp. 27-33). « La realtà della vita quotidiana non solo è piena di oggettivazioni: essa- è possibile soltanto grazie a queste ultime». In altri termini, la espressività umana è capace di og125

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