Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

Note della Redazione aveva dato a proposito della necessità di orientare le localizzazioni industriali lungo gli assi di pe11etrazione 11ella regione; a parte il fatto che, per quanto riguarda più specificamente l'Alfa Sud, pur manifestando Compagna, e forse anche Gava, una preferenza teorica per Nola, ci si è dovuti convincere tutti delle ragioni pratiche che inducevano l'IRI a scegliere Pomigliano: a parte tutto ciò, si potrebbe ritenere che Gava, sulla piazza di Cicciano, volesse far credere proprio che ci fosse stata una «lotta», nel corso della quale i buoni den1ocristiani avevano salvato l'Alfa Sud dai cattivi repubblicani. Ma è mai possibile che ci si debba contendere i voti con falsificazioni del genere, le quali testimoniano anche di un certo disprezzo per l'elettorato, retaggio di stagioni elettorali che vorrenimo considerare passate per sempre? Un altro argomento cui hanno fatto ricorso gli oratori de1nocristiani affacciatisi sulla piazza di Cicciano è stato quello della dispersione dei voti: i repubblicani non hanno la possibilità di eleggere un senatore in Campania e quindi se voi, cittadini di Cicciano, volete eleggere Cavezza, vi illudete, il vostro voto andrà disperso. I risultati elettorali hanno smentito questo argomento: per pochi voti Cavezza non è stato eletto, e comunque i voti dati a Cavezza non sono andati disJJersi perché è stato eletto, a Vallo della Lucania, Pinta. Ma c'è stato chi - pur di evitare che a Cicciano si votasse per Cavezza al Senato e per il PRI alla Can1era, pur di apparire come il più 1neritevole dei voti di preferenza di coloro che a Cicciano avrebbero comunque votato per la DC - si è abbassato ad un livello infimo di polemica elettorale. A noi dispiace francamente che a farlo sia stato l'on. Paolo Barbi, in una giornata di cattiva vena oratoria, vogliamo credere. L'on. Paolo Barbi si è lasciato andare a giochi di parole sulla foglia di fico e sulla foglia d'edera, giochi di parole che forse pretendevano di qualificare come spiritosa la sua vis oratoria. ,\!la per qualificare questa vis oratoria come aggressiva, l'on. Barbi è poi c(lduto addirittll;ra sul piano del pagliettismo elettorale, quando ha gridato che le « idee chiare » vantate dal PRI non potevano essere quelle del suo capolista elettorale, ex feudatario ed ex latifondista: dimenticando naturalmente di aggiungere che l'ex feudatario e l'ex latifondista in questione aveva le « idee chiare» fin dal 1950, perché si era battuto per quella rifor111a agraria che De Gasperi dovette imporre a una gran parte, recalcitrante, della Democrazia cristiana 1neridionale. Ma questo è nulla:. l'on. Barbi, sulla piazza di Cicciano, si è spinto fino a dire che il prof. Compagna gli aveva confidenzialmente detto che per il PRI non c'erano possibilità di successo elettorale, non c'erano possibilità di ottenere un deputato o un senatore in Campania, perché i candidati del PRI erano tanti «rottami». Con questo argomento, l'on. Barbi pensava evidentemente di giocare la carta decisiva per dissuadere gli elettori di Cicciano dai loro propositi di votare per Cavezza e per Compagna. Ma questa carta decisiva - possibile che l'on. Barbi non se ne sia reso conto - era anche una carta truccata: che solo un giocatore scorretto poteva decidersi a giocare. Abbiamo voluto riferire di questi casi per due ragioni: 1) -per fare nostro il riferimento dell' on. Gui agli oratori del centro-sinistra che si sono « diletI - 44 Bibliotecaginobianco

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