Pasquale Saraceno menti, diffusio·ne che è resa conveniente dalle nuove possibilità offerte dalla moderna eco,nomia dei trasporti su strada ~ della distribuzione di energia e da taluni vantaggi di esercizio che oggi offre l'esercizio di unità decentrate; a tale riguardo sono del resto decisive le esperienze del Veneto, dell'Emilia e di altre regio11i di recente inlustrializzazione, regioni tutte in cui si è avuto un sviluppo industriale piuttosto diffuso e non tale da dar luogo a intensi movim-enti migratori interni alle singole regioni. Né sarebbe saggio contrastare tale naturale tendenza in base alla co,nsiderazione che la concentrazione si risolve, a parità di occupazione e di reddito, prodotto, in minori i11vestimenti per infrastrutture; a fronte di tale beneficio vi sono da valutare gli oneri diretti e indiretti conseguenti alla maggiore estensione assunta dai fenomeni di abbandono. In sostanza, si riprodurrebbe all'interno del Mezzogiorno il tipo di squilibrio che la politica di sviluppo intende superare sul piano nazionale; la stessa agricoltura, come è noto, consegue possibilità di progresso mo,lto maggiori allorché lo sviluppo dell'industria offre ad essa il triplice vantaggio di consentire occupazioni integrative ai nuclei familiari cl1e restano sulla terra, di dare sbocchi più convenienti alle proprie produzioni, e, infine, di suscitare servizi pubblici e privati che, pur necessari ad una agricoltura mo-derna, non potrebbero mai sorgere in un'economia locale che restasse fondata in preva~enza sulla attività agricola. In conclusione, ove la politica di sviluppo non avesse successo e 11e conseguisse un esodo rilevante dal Mezzogiorno, dovrebbero effettuarsi nei luoghi di immigrazione i rilevanti investimenti addizio·nali in infrastrutture e in edilizia corrispondenti alla popolazione immigrata. Nella misura in cui la politica di sviluppo del Mezzogiorno avesse successo, tale investimento si ridurrebbe può ben dirsi in proporzione del minor esodo; di un ammontare ben minore si accrescerebbe invece il fabbisogno delle pro·vince meridionali, dato che in ogni caso occorrerebbe provvedere alle infrastrutture civili e alle abitazioni occorrenti per una popolazione che, pur perdendo gradualmente la sua parte più vigorosa, resterebbe sempre di entità rilevante. All'alleggerimento della spesa pubblica conseguente al successo della politica di sviluppo concorrerebbe anche il fatto che il tipo di capitale addizionale da costituirsi al Nord in caso di rilevante esodo dal Sud è ~on solo fis:icamente maggiore, ma anche più costoso di quello che sarebbe richiesto ove il processo di industrializzazio-ne del Sud si svolgesse a un ritmo sostenuto. La rapida espansio.ne delle aree metropolitane del Nord, in cui già è concentrata l'industria, determina infatti in quelle aree un sovrac82 Bibiiotecaginobianco
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