I I I successori di J ohnson L'affermazione di Nixon rappresenta la vittoria della destra del Partito repubblicano. La destra del partito repubblicano è costituita essenzialmente dagli uo.mini dell'apparato. Il vero punto di forza di Nixon consiste nel controllo di tale apparato. Questo controllo egli se lo è assicurato in anni di duro e paziente lavoro svolto in tutto il paese. La sua ascesa è cominciata all'epoca della prima Amministrazione Eisenhower e per otto anni non ha conosciuto ostacoli. Favorito dal fatto che Eisenhower, pur essendo il primo presidente repubblicano da pilì di vent'anni, non era - per carattere ed attitudini personali - il capo del partito repubblicano, Nixon si è assicurato una posizione di potere che puo sorprendere soltanto chi non sa apprezzare e sottovaluta l'oscuro e sottile lavoro di ogni giorno che un abile uomo politico può svolgere a proprio vantaggio in una grande organizzazione politica. La fortuna di Nixon sembrò declinare all'indomani della sconfitta elettorale subìta ad opera di Kennedy nel 1960 e sopratutto dopo l'insuccesso della campagna del 1962 in California per l'elezione alla carica di Governatore. Ma il lavoro in profondità svolto negli otto anni in cui egli era stato alla Vice Presidenza era un lavoro di prim'ordine, e il suo reinserimento nelle alte sfere del partito è stato immediato e senza scosse. · L'organizzazione elettorale di Nixon non è paragonabile neppure da lontano a quella di Kennedy. Né Nixon dispone di un brain trust come quello di Rockefeller, capace di spaziare in tutti i settori della politica e di elaboirare un programma di politica interna ed internazionale coerente ed originale. Gli esperti americani affermano che Nixon non è abituato al lavoro di équipe, che prende perso11almente tutte le decisioni importanti che lo riguardano senza consultazioni preliminari degne di rilievo, e che decide praticamente da solo la linea politica da adottare, fidandosi del suo intuito e della sua esperienza di uomo politico. Egli dispone di un piccolo gruppo di collaboratori, quasi tutti californiani, che si è costituito, a partire dalla campagna elettorale del 1960. Questi uomini non hanno né la cultura né la apertura mentale di Ted Sorensen, il collaboratore politico di John e Robert Kennedy, o di Henry Kisinger, il professore di Harvard consulente di Rockefeller per gli affari internazionali. Sono però degli uomin,i consumati, buoni organizzatori, ottimi specialisti nel campo delle pubbliche relazioni, decisamente efficienti nel preparare il terreno al loro capo quando questi si deve rivolgere agli elettori o alle organizzazioni locali del partito. Cosicché si può sostenere che, da un certo punto di vista, l'organizzazione elettorale di Nixon non è per niente inferiore - e forse è superiore - a quella dei .suoi concorrenti ·democratici e repubblicani. Il talento politico di Nixon è fuori discussione. Si tratta di un ta35 I Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==