I I comunisti italiani e l'analisi del capitalismo di coesistenza pacifica intesi dinamicamente. Il legame di questi nessi con la teorizzazione della via italiana, e in genere delle vie nazionali, al socialismo è evidente. Una strategia di vie nazionali è, infatti, legata anche alla prefigurazio,ne di un mondo socialista in cui distinzioni e preoccupazioni di autonomia costituiscono un problema già attuale nell'interno del movimento comunista internazionale; e questo, appunto, è provato dal discorso sempre più esplicito che nelle assemblee del PCI si è ve·nuto facendo sul problema dei rapporti tra paesi e partiti socialisti. 2. L'EVOLUZIONE DEL CAPITALISMO IN ITALIA. Come per altri aspetti dell'impianto ideologico che il PCI si è dato•, anche per la caratterizzazione comunista del capitalismo in Italia, 1'8° congresso (1956) segna una svolta; ed è solo con esso che ha inizio una fase di più energici sforzi per una migliore, più diretta e feconda conoscenza della realtà italiana e una formulazione di essa in termini più articolati e moderni. Fino a,d allora invano si cercherebbe nella documentazione ufficiale del PCI un'analisi della struttura e delle tendenze dell'economia italiana pari p·er approfondimento a quella portata sulle caratteristiche storico-strutturali della società italiana. L'analisi politicosociale era, anzi, talmente prevalente da tenere pienamente il luogo di quella più strettamente economica. L'interpretazione della società italiana come una struttura agricola-industriale do,minata da ceti aventi una diversa configurazione (capitalistico-industriale al Nord, agrariosemifeudale al Sud), ma cospiranti in un'alleanza per il controllo dello Stato e lo sfruttamento della società, rimaneva, dopo le formulazioni gramsciane, come l'interpretazione di base di tutta la realtà italiana da parte del PCI. La sezione capitalistica dell'economia italiana, giustamente giudicata come l'elemento dinamico di tutto il sistema, veniva vista attraverso gli schemi forniti dalle analisi leniniane e po,st-leniniane del capitalismo monopolistico. Ciò non vuol dire, naturalmente, che mancassero analisi e giudizi del PCI sui fatti e le tendenze dell'economia italiana, ma indubbiamente queste analisi e questi giudizi (espressi, tra l'altro, attraverso una rivista: «Critica economica», diretta da A. Pesenti) andavano più nella direzione di un esame di politica economica che di un'analisi strutturale. E di politica economica sono, in effetti, e con frequenti indulgenze alle necessità della demagogia del momento, le formulazioni che nella documentazione ufficiale del PCI si rinvengono, per la parte economica, fino al 1956. La fenomenologia concreta e ·dettagliata dello sviluppo dell'economia capitalistica in Italia riceve, invece, una ben diversa attenzione a partire 21 Bibliotecaginobianco
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