Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

I Le tappe ideologiche del PCI che « vanno superate attraverso un dibattito che abbia per scopo di far ritrovare unito· il mo·vimento operaio internazionale». E come mezzi per superare le « divergenze », naturali nella fase di espansione attraversata dal movimento, venivano· suggeriti « tra i differenti partiti frequenti contatti per quelle informazioni e quello scambio di esperienze che devo-no facilitare la comprensione reciproca e la collaborazione »; la continuazio·ne della « esperienza positiva di riunioni convocate tra i diversi partiti· per l'esame di particolari questioni relative all'analisi delle situazioni, alla nostra strategia e alla tattica »; e « anche un confronto pubblico delle posizioni eventualmente divergenti, la pubblicazione dei documenti delle assemblee riur1ite per dibatterle, a patto· che ciò sia fatto in modo che non porti a una esaspe-razio·ne e a un peggioramento dei rapporti reciproci ». La conclusio·ne era sempre che « l'unità del movimento comunista non deve fon darsi su consensi formali e accomodamenti esteriori, ma sulla convinzione p,rofonda e sulla sostanziale applicazione dei princìpi marxisti e leninisti alla situazione di ogni paese, per raggiungere gli obiettivi che a tutti sono comuni » 49 • Infine, 1'11° congresso parlava del« contributo sem.pre più efficace» che un partito doveva portare « all'azione volta a ricostituire una nuo-va unità del movimento operaio e rivoluzionario mondiale e a correggere gli errori e le debolezze teoriche e pratiche che si_ sono manifestate nel· suo seno». L'ammissione della « nuova unità» -da ricostituire è, naturalmente, sintomatica. Ma il resto delle dichiarazioni co·ngressuali al riguardo denunciava preoccupazioni ancora più p,rofo·nde. Veniva, infatti, affermata « in primo luogo la necessità di scartare ogni atto che possa portare ad un approfondimento delle attuali divisioni e rotture »; e a questo scopo· si riteneva inten1pestiva « la convocazione di una nuova conferenza intemazio,nale ». Si giudicava, invece, già o,pportuno « co,ncentrare gli sforzi unitari nello sviluppo degli inco·ntri bilaterali e multilaterali e nella ricerca di forme di unità d'azion-e no-n solo fra tutte le forze operaie e comuniste, ma fra tutte le forze ai:iti-imperialistiche intorno ad o.biettivi comuni », La dottrina ufficiale del partito veniva ora a non essere più nemmeno quella della autono,mia dell'unità, ma quella dell' « _unità nella diversità». Questa dottrina postulava che l'internazionalismo (definito come « la solidarietà attiva e la collaborazione fra tutte le forze p1 rogressive. » e :come, « più che mai indispensabile nella lotta per la pace, contro l'imperialismo, per l'indipendenza nazìonale, per la democrazia e il socialismo· ») si fondasse « su basi nuove ..., cioè da un lato, sul ricono49 Ivi, pp. 671-672. , 29 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==