Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

I Gli inglesi di fronte all'Europa mava in una conferenza stampa 7 : « La situazione della sterlina come moneta internazio·nale ... pone un problema; tuttavia non penso che si tratti di un problema di difficile sol11zio·ne, perché no-n riguarda direttan1ente il Trattato di Roma». Ben presto risulta tuttavia evidente che alcuni paesi, e soprattutto la Francia, voglio.no discutere di questo pro·blema prima di decidere se ammettere la Gran Bretagna nel MEC. Così, il 20 ottobre del 1967 il Cancelliere dello Scacchiere dichiara: «Il problema della sterlina non è un problema da risolversi prima del nostro ingresso nel MEC. Cionondimeno saremo pronti a partecipare a discussioni costruttive, purché queste discussioni non mirino a ritardare i negoziati relativi al nostro ingresso nella CEE ». E qualche giorno più tardi George Bro,vn aggiungerà: « Non considereremo realistica la proposta di abbando-nare il ruolo internazionale della sterlina ». Inso 1 mma gli inglesi sono, dispostissimi a parlare della sterlina, e propongono perfino di farne un giorno una moneta europea: ma non vogliono intavolare trattative sulla questio·ne p·erché non vogliono che essa sia preliminare alla loro ammissione nella CEE. Tuttavia, col passare dei mesi, la po1sizio-ne inglese su questo punto si indebolisce, perché il « problema della sterlina » diventa inquietante: la bilancia inglese dei pagamenti va sempre più deteriorandosi, anche a causa della crisi arabo-israeliana e delle conseguenze commerciali (blocco del canale di Suez) ed economiche (petrolio) di questa crisi sull'-economia inglese. A novembre non c'è più alcun dubbio che il governo inglese sarà costretto a chiedere ai Sei numerose deroghe sul piano economico per poter far fronte agli obblighi del Trattato di Roma. La questione dell'adesione immediata è diventata infatti, per il governo inglese, una necessità di ordine politico. Gli inglesi sanno che un Mercato Comune appena mo,dificato sarà molto vantaggioso fra tre o quattro anni per la loro economia; ma, per essere operanti nel 1970-1972, le modifiche debbono essere decise ora. Gli inglesi vo·gliono dunque avere al più presto la possibilità di partecipare alle decisioni all'interno della CEE, in modo da poter influenzare il suo futuro sviluppo. Il 5 otto.bre 1967Brown lo ha detto chiaramento al Congresso laburista: « il Congresso deve domandarsi se val meglio- per noi essere presenti, con il diritto di partecipare al voto, o restare fuori mentre gli altri regolano le questioni importanti senza che noi possiamo dire la no·stra ». Per questo gli inglesi rifiutano ogni idea di associazione. Come scriveva il « Times » del 9 novembre 1967, « l'associazione non è accettabile perché significa non partecipare affatto alla presa delle decisioni », significa quindi non poter influenzare le decisioni della Comunità nel ·settore agricolo, o per quanto 7 « The Times », 28 gennaio 1967. 109 Bibliotecaginobianco

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