Nord e Sud - anno XIII - n. 80 - agosto 1966

, FRONTIERE La ribellione romena di Massin10 Galluppi Il 7 luglio scorso si sono conclusi a Bucarest i lavori del comitato esecutivo del Patto di Varsavia. Questo avvenimento era molto atteso perché si pensava che esso avrebbe potuto imprimere una svolta decisiva alla tensione esistente nei rapporti russo-romeni e infliggere, con la defezione di Bucarest, un colpo mortale alla coesione interna del blocco orientale. Viceversa, i lavori della conferenza si sono svolti all'insegna del compromesso, ed ogni rottura è stata accuratamente evitata. È stata, anzi, evidente l'intenzione dei due antagonisti di non esasperare le rispettive posizioni polemiche al fine di non offrire ai governi e all'opinione pubblica occidentali - in una situazione internazionale particolarmente delicata a causa degli sviluppi recenti della crisi vietnamita - lo spettacolo di un'alleanza ancora più incerta ed inquieta che non in passato. Di fronte a questo ritorno di fiamma dell'unità comunista, viene spontaneo chiedersi se la ribellione romena del maggio scorso non abbia perduto in questi due mesi gran parte del suo potenziale esplosivo. Questa impressione sembra giustificata dal fatto che a Bucarest i romeni, pur non essendo riusciti ad imporre nessuna delle riforme da loro proposte per la riorganizzazione strutturale del Patto di Varsavia, non hanno dimostrato alcuna reazione apprezzabile, rinunciando, secondo un'opinione apparentemente avvalorata dai fatti, a trarre le conseguenze necessarie •- anche se estreme - della loro precedente azione politica e diplomatica. È noto che il programma di riforma romeno era stato diffuso, più o meno ufficialmente, da almeno due mesi. Esso si articolava nei seguenti punti : 1) ritiro delle truppe sovietiche da tutti i paesi del Patto in cui sono ancora di stanza (Germania Orientale: 22 divisioni; Ungheria: 5 divisioni; Polonia: 3 divisioni); 2) ridimensionamento degli impegni finanziari relativi alle spese militari; 3) rotazione delle cariche superiori della organizzazione militare comunitaria; 4) elaborazione di nuovi sta79 BibliotecaGino Bianco

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