, Note della Redazione la arretratezza del Mezzogiorno si è trovata messa impliçitamente più o meno sullo stesso piano della depressione di una lingua di territorio alla periferia appenninica della provincia di Parnia o di una marginale zona pedemontana della provincia di Como. Si è infine parlato molto dell'Umbria e delle Marche, di Viterbo e dell'alto Lazio. Di modo che i 200 miliardi - già insufficienti, in base al calcolo dell'on. Gagliardi sul fabbisogno di finanziamenti per ultùnare opere già iniziate - dovrebbero diventare chissà quanti per accontentare tutti coloro che vogliono essere accontentati; oppure dovrebbero incipriare, co1ne suol dirsi, tutti i territori che si vogliono far classificare co1ne depressi e che sono assai più di quanti non ne abbia voluto prevedere la legge. È vero che questa legge si distingue dalla precedente che si riferiva allo stesso oggetto. Se ne distingue nel senso che cerca preventivan1ente di delimitare i territori cui possono essere estese le agevolazioni predisposte ( la legge precedente ha fatto sì che oggi per il 74,1% i comuni dell'Italia settentrionale e centrale siano stati dichiarati depressi). lvla si tratta pur sempre di una distinzione in base a criteri sufficientemente elastici, onde, alle provincie che si sono indicate finora, e che già sono parecchie, venete e marchigiane, toscane e umbre, perfino laziali (Viterbo, Rieti e Frosinone), altre se ne potrebbero aggiungere e a poco a poco quasi tutta l'ltaliq_, come pretende l'on. Angelini, diventerebbe Mezzogiorno. E poi c'è anche un'altra distinzione fra le due leggi: pochi o molti che siano 200 miliardi, le agevolazioni predisposte dalla nuova legge sono più ampie e vistose di quanto non lo fossero quelle predisposte dalla legge precedente. Abbiamo, quindi, degli incentivi per i territori depressi dell'Italia centro-settentrionale; ma questi incentivi sono veri e propri disincentivi nei confronti delle regioni arretrate del Mezzogiorno, se non altro perché annullano in tutto o in parte gli incentivi che con altre leggi si sono voluti predisporre per un rilancio della politica meridionalista. La Camera di C01nmercio di Palermo ha documentato, a suo tempo, fino a che punto la politica meridionalista può essere svuotata, o quanto meno alterata, da leggi del genere. Agli amici palermitani hanno fatto eco gli amici pugliesi, del gruppo dei meridionalisti di Puglia e Lucania; e anche noi abbiamo fatto la nostra parte per denunciare l'incredibile incoerenza di agevolazioni per l'industrializzazione dei Molise e dei Cilento e degli Aspromonte del Nord nel 1nomento in cui si afferma di voler concentrare l'industrializzazione del Sud nelle aree di" sviluppo ulteriore ed integrale, più dotate di requisiti per l'industrializzazione. Noi sarenzmo d'accordo sulla concentrazione degli interventi per l'industrializzazione del Mezzogiorno in po-. chi grandi poli di sviluppo, dai quali l'industrializzazione · possa propagarsi lungo assi di sviluppo; ma ovviamente consideriamo assurdo che si punti sulla diffusione dell'industrializzazione anche nelle aree dell'Italia centrosettentrionale meno dotate di requisiti per l'industrializzazione e sulla sua concentrazione nelle sole aree del Mezzogiorno e delle isole meglio dotate di requisiti per l'industrializzazione. 49 BibliotecaGino Bianco
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