Giuseppe Sacco CDU, le cause possono essere identificate, certo, nella nuova e più aggressiva politica europea inaugurata dal gruppo di tecnocrati attualmente al potere a Mosca, che, con le iniziative di disturbo nei « corridoi » ed attorno a Berlino, ripropone ai tedeschi dell'ovest il problema della Wiedervereinigung come primordiale: dimostrando che la Germania di Pankow, e non l'isolotto berlinese, è un focolaio di disordine ed una causa di perenne insicurezza in Europa; ed indebolendo così il regime di Ulbricht, che regredisce dalla provvisoria definitività che la politica di Kruscev gli aveva riconosciuto, alla precaria condizione di potere provvisorio, che regge momentaneamente una situazione territoriale e politica instabile ed in attesa di riordinamento. Ma le cause di questi inquietanti accenti uditi al congresso di Diisseldorf possono essere anche e soprattutto ritrovate nella politica dei paesi occidentali. Della Francia gollista, in primo luogo, sia per i ritardi, forse fatali, imposti al processo di unificazione del continente, sia per la recente politica di convergenza franco-sovietica: e lo stesso Gerstenmaier ha rilevato come né l'Inghilterra né la Francia di De Gaulle abbiano dato in alcun modo segno di essere disposte a qualche sacrificio nella sfera della sovranità nazionale. Del nuovo Presidente· americano, in secondo luogo, che sembra non avere, al mon1ento attuale, una ben definita linea politica nei confronti dei problemi europei, e che, come s'è visto a Berlino, sembra ormai costretto a subire passivamente talune iniziative sovietiche di disturbo, cui pur sarebbe necessario reagire con decisione. Ed è oggi solo incertezza nella CDU, solo dramma personale nella coscienza di Schroeder, solo convinzione minoritaria nell'opinione pubblica tedesco-occidentale (alimentata dall'atteggiamento dei liberali, sempre più nazionalisti e neutralisti), che Bonn debba andare sola al negoziato con i sovietici, offrendo loro la rottura con l'Occidente in cambio delle province orientali. Ma sarebbe veramente difficile dissuadere i tedeschi dal trattare su questa pur debolissima posizione diplomatica, se l'assenza di una precisa politica americana in Europa dovesse risultare confermata, o addirittura istituzionalizzata, in un nuovo equilibrio planetario che discendesse da un accordo tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, per cui la seconda tollererebbe l'estrema inflessibilità dei primi nel Sud-est asiatico, in cambio di una maggiore flessibilità ainericana in Europa. I disastrosi risultati che per l'intero Occidente deriverebbero da un simile rovesciamento di posizioni da parte della Germania occidentale non sembrano tuttavia chiaramente presènti alla coscienza del mondo democratico. Il dato più grave insito in un,a « nuova Rapallo », 22 BibliotecaGino Bianco
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