Note della Redazione politica anche per le autorità comunitarie degli interrogativi che più sopra proponevamo e ai quali, così su due piedi, non sapremmo dare una risposta. Ci sembra, però, che si possano riferire bene a tutta l'Europa occidentale le considerazioni che recentemertte l'on. Fanfani faceva valere per l'Italia (nel discorso del 19 febbraio alla direzione della DC): e cioè i trasferin1enti delle forze di lavoro costano molto di più del trasf erirnento di capitali da investire nelle zone con manodopera disponibile. E pertanto non solo i governi nazionali, ma anche le autorità comunitarie devono fare uno sforzo molto maggiore di quello che hanno fatto, o non hanno ne1n1ne110fatto finora, per orientare verso localizzazio11i con,venienti anche dal punto di vista degli interessi generali i capitali che possono creare nuovi posti çi,i lavoro. Le autorità comunitarie, in questi giorni, di fronte alla chiusura delle frontiere svizzere per l'emigrazione italiana, hanno riaffermato il diritto di priorità degli emigranti italia11i nei confronti dei posti di lavoro che sono «scoperti» nell'area del Mercato comune. Non basta: è molto più importante affrontare in qualche modo il problema della localizzaztone dei 1:7-uoviinvestimenti industriali nelle zone dove ancora infieriscono feno1neni di sottoccupazione e addirittura di disoccupazione. La Cassa e la programmazione Nell'editoriale scritto da Giorgio Napolitano per l'ultimo fascicolo di « Cronache meridionali» ( 10-12, 1964), la rivista mensile dei comunisti napoletani, si discute l'articolo che lvlanlio Rossi Doria ha pubblicato nel nostro numero di novembre (II rilancio della politica meridionalista, in, « Nord e Sud», n. 120, novembre 1964); e si auspica, per quanto riguarda la po.Ziticameridionalista, un « cambiamento sostanziale di indirizzi ». Si tratterebbe, in primo luogo, di « qualificare in sen,so den1ocratico e meridionalista» sia i «contenuti» che gli «strumenti» di una politica di programmazione economica. E fi.11 qui, naturalmente, trattandosi di affermazioni molto generali, possiamo essere d'accordo, noi e i comunisti. Senonché, i comunisti ritengono che « la proposta di sopravvivenza e proroga della Cassa, come strumento di intervento straordinario », implichi una vera e propria « rinuncia a operare una modificazione del meccanismo generale di accumulazione e di sviluppo ed anche delle tendenze generali della spesa e dell'azione dello Stato»; e che noi cadiamo in una contraddizione quando, da un lato, rivendichiamo « con forza» l'avvio di una politica di programmazione, caratterizzata da contenuti meridionalistici, e in pari tenipo, dall'altro lato, pretendiamo che il rilancio della politica meridionalista, inteso anche, se non soltanto, come rilancio della Cassa, non sia « subordinato » ai tempi di avvio della programmazione ed ai te.mpi di attuazione dell'ordinamento ,,, regionale. 38 Biblioteca Gino Bianco
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