Giornale a più voci Se il console, come sembra chiaro, aveva l'impressione che Napoli fosse una città filofranchista, è bene che questa impressione sia stata corretta (per quanto il tritolo debba considerarsi una risposta troppo esplicita); e se per « false suggestioni politiche» si devono intendere il culto della libertà e l'odio per i tiranni, di qualunque casacca siano vestiti, sarebbe arbitrario affermare che tali suggestioni, nella nostra città, siano completamente ignorate: per fortuna è vero l'opposto. Deve inoltre notarsi, per l'esattezza storica, che proprio in materia di movimenti anarchici Napoli vanta una vecchia tradizione, che risale a Bakunin, Cafiero, Malatesta. Singolare è apparsa anche una delle spiegazioni che in un primo momento si è pensato di dare all'accaduto: è circolata tra le altre, infatti, anche l'aprica idea che la bomba fosse stata lanciata da giovani blousons noirs nostrani, buontemponi in vena di far chiasso con qualunque pretesto. Quando l'inchiesta dimostrò che l'attentato presupponeva cognizioni tecniche e accurata preparazione, questa ipotesi, che rappresentava l'alternativa « ottimistica » (ed era infatti la più gradita agli ambienti benpensanti) fu giocoforza abbandonata. A nostro parere, un attentato dinamitardo non è suscettibile in alcun caso di interpretazione ottimistica; ma, fra le due ipotesi, la più pessimistica era senza dubbio quella dei teppisti rumorosi e incoscienti. In tal caso, infatti, l'iniziativa sarebbe apparsa non solo illegale, ma anche immorale; e, peggio ancora, i presunti blousons noirs, camuffandosi da libertari spagnoli, avrebbero schernito cinicamente le sofferenze di un popolo oppresso. Ma il nostro giudizio, purtroppo, deve essere negativo anche sugl'ignoti protagonisti dell'episodio. La presenza e l'attività di antifascisti spagnoli a Napoli avrebbero potuto meritare un'accoglienza favorevole e calorosa, ma l'esplo,sione del primo gennaio fa sorgere il preoccupante sospetto che gli anarchici non abbiano tratto alcun insegnamento dalle amare esperienze passate, e siano ancora quelli di una volta: quelli, cioè, che con il loro estremismo indebolirono la giovane repubblica spagnola, sia prima, sia nel corso della guerra civile, e quindi ebbero (per quanto, occorre dirlo, in numerosa compagnia) la loro parte di responsabilità nella sconfitta. È giusto attirare l'attenzione del mondo sulla lugubre tirannide franchista, ma non crediamo che rompendo i vetri di private abitazioni si possano conquistare nuove simpatie a una causa di per sé nobilissima. FILIPPO CÀSSOLA Cronache costituzionali I motivi politici espressi dalla vicenda presidenziale sono stati certo preponderanti rispetto a quelli giuridici. Pure, l'osservatore attento alla vita delle istituzioni non h.a potuto non scorgere, nella tumultuosa chiarificazione di alcune trame di fondo degli avvenimenti politici, anche un certo modo di vedere - o non vedere - il diritto da parte dei nostri dirigenti politici. 65 Bibl'iotecaGino Bianco
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