Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Adolfo Battaglia sin dall'epoca dei loro primi colloqui sull'argomento, in settembre, quando le condizioni del Presidente Segni non: lasciavano praticamente dubbi sulla necessità di una nuova elezione presidenziale - stava anche, peraltro, la solida concezione della lotta politica italiana che in La Malfa è tradizionale e può essere riportata indietro nel tempo, fino all'epoca della costituzione del Partito d'Azione (o per meglio dire della sua corrente di « destra »). È in sostanza la concezione che gli sviluppi della vita politica italiana sono determinati sopratutto dall'influenza del pensiero democratico moderno, politicamente espresso da forze di minoranza, e che le grandi formazioni fondate su un credo ideologico tradizionale - il socialismo marxista, la DC, il comunismo - contano sì, ma in definitiva non hanno in sé qualità sufficienti a renderle adatte a promuovere tutti gli sviluppi della vita democratica e alla soluzione « storica » dei suoi problemi. Giudizio di fondo, questo, rafforzato dalla valutazione di vent'anni di vita democratica. Le grandi forze hanno certamente pesato, in questo periodo, per la loro stessa mole. La DC ha inoltre pesato come partito di governo in condizioni di supremazia numerica addirittura irripetibili: ma che cosa ha dato al Paese, come partito democratico cristiano, di specificamente suo, con quali moduli essenzialmente suoi ha influenzato il lungo « miracolo economico», quali idee realizzatrici ha dato come DC? Dove la risposta è, praticamente, nulla, all'infuori di una concezione della riforma agraria che dopo alcuni anni si è dimostrata viziata proprio sul piano della sua ispirazione ideologi~a (la civiltà contadina). Poiché il resto non le appartiene: non la Repubblica, che deve la sua nascita a molti, ma meno di tutti alla DC; non la salvezza della lira, che fu di Einaudi e Menichella, e non senza partecipazione di La Malfa; non l'europeismo, che fu di Sforza e di Spinelli; non la liberalizzazione degli scambi preludente al Mercato comune, che fu di La Malfa; non la concezio,ne dell'intervento massiccio nel Mezzogiorno, che fu dei meridionalisti democratici; non il miracolo economico, che fu di un'iniziativa privata spontanea e caotica; non il centro-sinistra e la programmazio·ne economica, ancora di La Malfa. Se c'è qualcosa che tutto questo dimostra è che né la DC, né il socialismo marxista né il co,munismo, ma solo le forze democratiche, antidogmatiche, laiche, moderne, eredi della tradizione laico-risorgimentale italiana e dei valori permanenti che essa esprime (lo Stato, la libertà), e collegate col radicalismo democratico occidentale e col suo moderno pensiero economico, né liberista né collettivista, solo queste ' forze so,no state capaci di tracciare up. filo di valore permanente nella storia italiana; e solo queste sono capaci di influenzare e indirizzare 42 Biblioteca Gino Bianco

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