Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Adolfo Battaglia redistribuzione del potere politico, una libertà più piena di contenuti ideologici differenti, ma è anch-e l'unico vero modo per la DC di seguire quegli spostamenti della società moderna che un solo p·artito è istituzionalmente incapace di cogliere, ed è dunque l'unico vero modo per la DC di continuare a pesare a lunga scadenza nella vita italiana, come partito ridimensionato, forse, ma pur sempre forte e determinante. In questo senso, la sua concezione è davvero la più profondamente antidorotea e antifanfaniana che possa esistere nella DC; e in questo senso egli davvero può dirsi il vero erede della logica « laica » del partito politico dei cattolici propria dello Sturzo del '21, e il vero continuatore dell'opera politica di De Gasperi (da cui si distingue per il differente momento politico in cui propone la sua concezione: momento più difficile per il De Gasperi del 47-48, con la DC in piena ascesa, ricca della maggioranza assoluta alla Camera; più facile nel 62-64 per Moro, quando la DC è già sulla china discendente e ha l'obbligo di ricercare collaborazioni; e si distingue pure per il differente grado di avanzam.ento di essa: De Gasperi, in fondo, teorizzava l'accordo tra DC e laici e provvedeva poi con la sua opera concreta a placare l'anima dorotea ante-litteram della DC; mentre Moro teorizza non soltanto un accordo con i laici, ma un accordo sulla base di una cessione di potere politico da parte della DC). Ciò che d'altra parte accomuna Sturzo, De Gasperi e Moro è la permanente immaturità del loro partito ad accettare intimamente questa concezione. Il che spiega abbastanza bene, , per quanto riguarda il Presidente del Consiglio, come egli giunga ad affermarla e farla trionfare soltanto, per così dire, nel caos, cioè quando ogni altra soluzione ha mostrato la propria impotenza, e l'estremo logoramento della situazione impone di afferrare la tavola di salvezza che all'ultimo minuto, ma non troppo tardi, egli arriva infine ad offrire (ed è questa immaturità sostanziale del partito che spiega anche come mai egli sia sempre in minoranza, ma sempre a galla; sempre in pericolo, ma in realtà sempre indispensabile. Se il partito fosse tutto doroteo, non vi sarebbe alcun bisogno di Moro; invece, per sua disgrazia, o per sua fortuna, il partito è doroteo, fanfaniano, scelbiano, sindacalista e via dicendo : Moro gli è indispensabile). È facile capire come e perché Moro arrivasse anche questa volta all'·ultimo momento (non senza, tuttavia, aver inizialmente tentato di favorire la candidatura Leone chiedendo ai laici, come forse è poco noto, il ritiro di Saragat: che fu sdegnosamente rifiutato, il che dice -... le difficoltà e la duplicità di spinte. cui anche un democratico come Moro è sottoposto nell'ambito del suo partito). Il suo arrivo all'ultimo 34 Biblioteca Gino Bianco

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