Politica della congiuntura e politica di sviluppo prodotto la sopravvivenza di forme tecniche inefficienti. Il disordinato sviluppo urbano, la carenza di una moderna rete di trasporti, la stessa pressione della disoccupazione, hanno consentito la persistenza di un sistema distributivo antiquato, basato sul piccolo dettaglio, caratterizzato da bassa produttività e bassi salari, basso volume di affari e di profitto globale, acco,ppiati a margini unitari di profitto elevatissimi. Il dualismo aziendale, infine, ha contrapposto imprese progredite, ad alti salari, caratterizzate dall'impiego di tecnologie moderne ed altamente meccanizzate, a piccole imprese semiartigianali, dominate da un regime di bassa qualificazione del lavoro, bassa produttività, salari inferiori ai minimi contrattuali. Infine, il dualismo nei consumi ha contrapposto un volume di consumi privati che punta rapidamente verso traguardi da civiltà opulenta a un volume di consumi pubblici del tutto inadeguato. Basti pensare che, nel periodo 1951-1962, i consumi pubblici in Italia, pur p·artendo da un livello assoluto assai basso, sono cresciuti in termini reali ad un tasso inferiore a quello dei consumi privati (46% medio annuo contro il 5,1%), cosicché, mentre all'inizio del periodo i consumi pubblici rappresentavano il 9,3% dei consumi totali, al termine tale percentuale •era scesa all'8,8%. Distorsioni simili si ritroì\Tano anche nell'ambito degli stessi consumi privati; se si paragonano, ad esempio, i consumi per abitante di taluni generi in Gran Bretagna e nel nostro paese, si troverà, contrariamente ad ogni legittima aspettativa, che la distanza è superiore per generi di prima necessità (ad esempio, il consumo di carni per abitante in Italia nel 1961 non raggiungeva il 40% del consumo corrispondente in Gra11 Bretagna), che non per generi non strettamente necessari (ad esempio, sempre nel 1961, la circolazione di autoveicoli per abitante, raggiungeva in Italia quasi il 44% della circolazione britannica). Fin qui ci siamo limitati a riprodurre un quadro che, nelle sue grandi linee, è stato ormai largamente divulgato e commentato. Ma può essere interessante tentare di compiere ancora un passo e formulare un giudizio sul tipo di sviluppo che si è svolto nel nostro paese fino all'anno 1962 e che, come vedremo fra breve, deve considerarsi per alcuni aspetti un episodio concluso. Come spesso accade in circostanze simili, è sempre possibile considerare quanto è avvenuto sotto una luce rosata· e sottolineare il veloce accrescimento del reddito, l'esplosione dei consumi di lusso, la stabilità monetaria, il raggiungimento della piena occupazione; ed è altrettanto legittimo assumere un atteggiamento più severo, guardare solo il rovescio della medaglia e puntare un indice accusatore sulla depressione del Mezzogiorno, sulla vastità delle dolorose correnti migra9 BibliotecaGino Bianco
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