La politica per la gioventù in Italia Certamente vi furono anche gravi errori di impostazione nella costituenda Commissione Fanfani, che contribuirono a facilitarne l'insabbiamento, ma ciò non basta a giustificare l'im.provviso silenzio che avvolse questo progetto dopo alcuni interventi di esponenti della D.C. più direttamente legati all'Azione Cattolica. Un esempio assai dimostrativo di questo incredibile stato di cose (in cui non si sa se sia più colpevole il comportamento di certi ambienti cattolici o l'incuria e l'indifferenza delle forze laiche) è dato dalla storia del Commissariato della Gioventù Italiana, l'organo cioè che amministra ciò che resta di quello che fu l'immenso patrimonio della ex-G.I.L. Il problema della G.I.L. si pose già nel 1943, pochi giorni dopo la caduta del regime fascista; il 2 agosto di quell'anno, infatti, il Governo Badoglio emanò precise disposizioni, contenute nel decreto di soppressione del Partito Nazionale Fascista, in base alle quali si stabiliva che i compiti demandati alla G.I.L. e la sua consistenza patrimoniale venissero trasferiti al Ministero della Guerra o a quello dell'Educazione Nazionale, a seconda delle rispettive competenze (artt. 6 e 10 della legge 2 agosto 1943). Tra il luglio e il settembre 1943 non vi fu alcun seguito, evidentemente anche a causa delle vicende belliche, e nel magg_io 1944 lo stesso Governo Badoglio decise di 11ominare un Commissario della Gioventù Italiana nella persona dell'avv. Vincenzo Di Palma. Nel decreto di non1ina si cl1iariva, tuttavia, espressamente che questi avrebbe dovuto semplicemente conservare il patrimonio dell'Ente, esaurendo la propria funzione nel predisporre un piano di ripartizione dei compiti e delle attività della G.I. sulla base del decreto del 1943. Ma nulla si fece. Nell'agosto, l'avv. Di Palma fu sostituito da Giorgio Candeloro, esponente del Partito d'Azione; ma questa sostituzione non alterò sostanzialmente la situazione preesistente. Nel febbraio 1947, il Presidente del Consiglio De Gasperi nominò un nuovo Commissario nella persona del prof. Mario Tortonese; a lui si deve il primo (ed unico) tentativo di risolvere il problema, attribuendo i beni della ex-G.I.L. ai Patronati Scolastici 6 e ai Comuni. Non era certo, per molte ragioni, una soluzione soddisfacente,. ma quanto meno essa avrebbe riportato la gestione di questo patrimonio nell'ambito della legalità. Purtroppo la 1norte del prof. Tortonese interruppe lo P.S.D.I. - P.R.I.). Tali consultazioni furono poi improvvisamente interrotte senza alcuna apparente ragione. 6 I Patronati Sco]astici, soppressi nel 1939 dal governo fascista, furono ricostituiti nel 1945 dal Ministro Arangio-Ruiz. 101 BtbliotecaGino Bianco
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