Nord e Sud - anno XII - n. 61 - gennaio 1965

Pasquale Nonno che aderiranno alla nuo-va organizzazione, ma piuttosto _dalle prospettive che essa apre. Innanzitutto, sullo slancio di una tendenza già n1anifestatasi negli ultimi anni, e che aveva portato a quota 600.000 il numero dei lavoratori aderenti alla C.F.T.C., la nuova organizzazione si propone una vasta azione di proselitismo presso le masse non sindacalizzate dei lavoratori francesi. Lo ha detto con chiarezza Descamps: « Non abbiamo intenzione di sottrarre aderenti alle altre organizzazioni: vi sono 7.000.000 di lavoratori non sindacalizzati; è a questi che ci indirizzeremo ». Non vi è dubbio che la nuova formula sindacale, allontanando ogni sospetto di rappresentare la longa manus di partiti o gruppi di pressione, sembra avere un ampio spazio per un'azione di proselitismo. Ma la prospettiva più interessante fra quelle che la C.F.D.T. si propone di allargare, sia pure in un tempo lungo, è la prospettiva della unità dei lavoratori. È evidente che l'unità è possibile soltanto all'interno della formula sindacale di cui la C.F.D.T. si è fatta coraggiosa portatrice; perché tale formula è l'unica che considera il sindacato come una società intermedia, autonoma, condizionata solo dai suoi fini istituzionali e dai suoi principi ispiratori, liberamente scelti, nel grande contesto della società civile. Una grande prospettiva, dunque: ambiziosa e difficile cla attuare, per la quale, però, la nuova organizzazione siridacale si pone al lavoro con quella fiducia nelle proprie convinzioni e nella validità dello strumento democratico, che costituisce la dote precipua del suo leader. « Vi so1 no le barrière della storia - ha detto Descamps, nel suo discorso al congresso - ma noi pensiamo che tali barriere debbano essere abbattute, e no·n possiamo credere che i democratici non finiscano per essere uniti». In questa prospettiva è prevedibile un avvicinamento a « Force Ouvrière », il sindacato assai vicino nella prassi alla SFIO, ma che non ha nel suo statuto alcun richiamo ideologico ed aderisce, come l'AFLCO americana, le Trade Unions inglesi, le nostre CISL ed UIL (e come probabilmente la stessa C.F.D.T.), all'internazionale dei sindacati democratici. Su questa strada si incontra inevitabilmente, però, anche il problema dei comunisti, e cioè della Confédération Générale du Travail, sul quale vale la pena di soffermarsi brevemente. Da molti settori della destra francese si è giudicata, in buona od in cattiva fede, l'evoluzione del sindacato cattolico co·me un « cedimento » all'ideologia ed alla « mistica » marxiste. La stessa destra cattolica francese, con un commento di Luc Baresta su « La France Catholique », ha preso posizione in questo senso. Baresta ha avuto toni apocalittici, scomodando perfino Kerenski per dare forza alle sue tesi ed ai suoi esempi. Ir1 questo atteggiamento c'è una totale incapacità di giudicare al di fuori di schemi vecchi, e di comprendere, quindi, quanto di veramente nuovo esprima la C.F.D.T. È vero che la situazione francese, per la natura del ...... gollismo, ha visto i sindacati combatte!"e in « unità di azione.» assai più spesso di quanto non sia avvenuto, per esempio, in Italja. Ma non bisogna creare confusioni. Né concorrono a crear!~ le dichiarazioni fatte in congresso 52 Bibliotecaginobianco • • I I \

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