Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

.. Le due Venezie tiva è profondamente mutata: se l'estuario ospita ancora 199.000 abitanti e la terraferma 161.000 (1961), Venezia con Lido e Murano (la « città lagunare ») mette assieme 178.000 abitanti, pochi più di quelli insediati nella terraferma. Solo 60 anni or sono, il rapporto era a tutto favore della laguna: qui 171.000 abitanti (di cui 157.000 nella città), sulla terraferma 21.000. In poco più di mezzo secolo, mentre a Venezia ci si dibatte fra contrastanti propositi, Mestre si sviluppa in misura impensata. Anche se ospita almeno per un terzo ex-abitanti della laguna, essa non è il risultato di una decisione veneziana. La nuova realtà di terraferma - frutto ad un tempo dell'attrazione della zona industriale, della fuga da Venezia e della pressione delle circostanti campagne - sembra essere sorta quasi di soppiatto, all'insaputa, se non in contrasto con la volontà di Venezia. Dinanzi al « tradimento » perpetrato a spese dell' « insularità » veneziana, ci si appresta allora a « difendere» la città lagunare, approntando infrastrutture che sian() in grado quanto meno di attenuarne l'isolamento, di resistere alla « concorrenza » mestrina. Ecco risola Nuova, che dovrà risolvere il problema dell'accesso in laguna della circolazione di terraferma; ecco il raddoppio del ponte ferroviario e l'allestimento dello « scaricatore galleggiante» all'estremità sud-occidentale del canale della Giudecca, per le fortune del porto co-mmerciale; ecco l'imbonimento di Sacca Fisola, che assicurerà nuove aree all'espansione urbana della popolazione insulare. · Provvedimenti di tal fatta, che contrastano palesemente con una visione d'insieme e a lunga scadenza dei problemi di sviluppo della comunità veneziana, non si giustificano se 110n alla luce di uno spirito di « campanile » che pretende di risolvere sulla laguna i problemi della Venezia insulare, co·me se Venezia sorgesse in un ampio e libero spazio vuoto. Come spiegare diversamente la testardaggine con cui si intasano di navi cerealicole le banchine del porto commerciale della città antica e si riempie mezzo ponte translagunare con camion in attesa di carico, mentre armatori ed importatori trasferiscono ad altri porti meno « lenti » le navi cariche di merci più ricche? Come giustificare il proposito di ripetere l'esperienza di Piazzale Roma sull'Isola Nuova che, ai termini di un bando di concorso modificato soltanto ora (e modificato dopo il clamoroso intervento della più qualificata opinione pubblica i~ternazionale), gli architetti avrebbero dovuto riempire di edifici e costruzioni, senza entrare nel merito della sua più conveniente ·utilizzazione nel quadro della vita cittadina? Ci si intestardisce a volerne fare un enorme garage, quando il Lido fa concorrenza a Venezia, offrendo un servizio di f erry-boat e parcheggio libero; quando Mestre sot- . . -··-. .. . - . . .. ... . - . --. - ... . . . -. . . . .... . ... -·-, ..... Biblioteca Gino Bianco ' '

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