Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

Gian Luigi Capurso che aumentava la massa di potere locale 11elle mani delle amministrazioni stesse. Poi, dapprima in forme poco avvertibili, quindi con moto sempre più accelerato, molte aziende più o meno importanti, più o meno improvvisate, si sono trovate in crisi. La disponibilità di medio circolante presso le banche andava sempre più diminuendo e le misure restrittive sopravvenute alla relazione Carli del 31 giugno 1963 ponevano non pochi operatori di piccòlo calibro di fronte a serie difficoltà, con la immediata cessazione del credito, e l'invito di quasi tutti gli istituti a rientrare immediatamente, laddove prima quegli stessi istituti avevano largheggiato nei fidi. Le piccole aziende sono state le prime a risentire il contraccolpo della situazione. Esse si sono trovate all'improvviso nell'impossibilità di far fronte ai propri impegni anche produttivi, il che minaccia di mettere in crisi le produzioni maggiori, sia perché queste avevano affidato alle industrie minori la fabbricazione di elementi singoli della loro produzione, sia perché potevano rivendere a quelle, per minori utilizzazioni, i prodotti seco1 ndari. Non di rado sono state queste gra11di industrie, dopo il catenaccio del credito bancario, ad assumersi la tutela di quelle n1inori, garantendole presso i loro creditori, ma aumentando così il loro stesso scoperto; e quando le restrizioni del credito le hanno raggiunte, sono incominciati i grossi dissesti, alcuni dei quali ormai pubblici, mentre altre aziende si dibattono ancora tra legali e direzioni di banche. Si parla, a Bologna, di un numero di fallimenti eccedenti del 15 per cento sulla media nazionale. Tutto ciò, naturalmente, non è stato· senza ripercussioni sulla situazione della mano d'opera, la quale si è trovata a dover sopportare le conseguenze del disordine ~dustriale della regione emiliana. E sì che il numero degli operai addetti alle industrie manifatturiere - che rappresentano la spina dorsale dell'economia emiliana - è aumentato, dal 1951 al 1963, del 63,7 per cento. Natt1ralmente, lo spopolamento delle campag11e è stato un fenomeno parallelo all'incremento degli addetti all'industria: la riserva di mano d'opera e di bracciantato agricoli, che nel 1951 ammontava a 53.700 unità, nel 1963 era scesa a 32.000. Ovviamente, come- il settore manifatturiero, anche quello edile ha risentito del disordine che ha caratterizzato la sua espansione: la Camera di Commercio bolog-nese, nella sua relazione mensile, datata marzo 1964, nota che « la situazione del settore non è più buona come lo scorso anno: si nota infa_tti una carenza di iniziative non dovuta soltanto al periodo stagionale, ma a motivi che si incentrano nella incertezza degli orientamenti di fondo in materia urbanistica e nello stentato reperimento di mezzi finanziari». Il settore dell'edilizia - continua il documento - « che senza freni né regolamentazioni aveva prosperato liberamente negli ultimi anni », si presenta ora « incerto ed esitante». Si tratta di « un comparto molto delicato e complesso per gli innumerevoli addentellati, ed una sua contrazione troppo brusca potrebbe avere un'influenza notevole sull'intera economia della pro64 BibliotecaGino Bianco

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