Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

Giornale a più voci Cronache amministrative : Bologna La sostituzione del segretario cittadino del PCI a Bologna, la violenta polemica tra la CGIL e la giunta comunista della stessa città, la crescente diffidenza con la quale si guardano il PCI e il PSI, entrambi impegnati nella maggioranza al comune e alla provincia, gli scontri sempre più frequenti tra comunisti « amendoliani » e di sinistra, sono episodi che trovano il loro chiarimento in una situazione di fondo che presenta aspetti estremamente interessanti, e a volte non poco complessi. A voler tentare di tracciarne un quadro, è necessario tornare un momento a quindici anni or sono. Allora, l'economia cittadina era prevalentemente artigianale o piccoloindustriale, mentre, appena si usciva dalla ristretta periferia, subito l'agricoltura teneva banco ed era la protagonista della provincia. In seguito, mentre governava l'amministrazione frontista PCI-PSI, con gli anni cinquanta e il dilagare del benessere, la struttura economica di Bologna e della provincia è andata mutando in modo radicale: nel giro di pochi anni, l'economia bolognese a base agricola ha ceduto il passo ad un'espansione industriale compatta e vigorosa. Espansione che, tuttavia, è stata priva di un ordine vero, si è verificata senza una previdente razionalità e ha avuto caratteri tipicamente pionieristici. Bastava l'impianto di una piccola industria a far sorgere intorno ad essa tutta una serie di gruppi minori e tributari. È stato davvero il trionfo della iniziativa privata. Di solito, chi si dava alla piccola attività industriale era qualche operaio che, insieme a tre o quattro soci, investiva i suoi risparmi; oppure un artigiano deciso ad uscire dalla mediocrità economica. Ma è accaduto che tutte queste piccole, medie e grandi industrie, nell'ambito di quell'espansione indiscriminata, sono state incapaci di inserirsi ift un complesso organico, e di collocarsi logicamente l'una accanto all'altra, l'una a sostegno dell'altra. L'iniziativa privata, lasciata libera e abbandonata a se stessa, senza che il comune si preoccupasse minimamente di indirizzarla o regolamentarla, ha così accumulato giorno per giorno tutte le sue insufficienze classiche di incompletezza e di impreparazione. Le banche, dal canto loro, hanno largheggiato nel credito, seguendo del resto la tendenza che si è verificata in tutta la vita nazionale. L'espansione industriale è avvenuta - come in molte altre., zone dell'Italia settentrionale - attraverso le possibilità di sviluppo che alcune grandi industrie hanno offerto ad industrie minori e satelliti: nel luogo in cui si impiantava un grande stabilimento, a Bologna, a Modena, a Carpi, a Reggio Emilia, o anche in centri minori, sorgevano immediatamente stabilimenti e fabbriche complementari per le produzioni minori o per la trasformazione dei prodotti di scarto delle industrie maggiori. I Comuni, ·quasi sempre in mani frontiste, favorivano benevolmente questo tipo di espansione che, tutto sommato, aveva nella maggior parte dei casi, come protagonisti, iscritti e simpatizzanti dei partiti che sostenevano le amministrazioni; il 63 BibliotecaGino Bianco

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