.. Note della Redazione l'Ungheria, dell'inchiesta sul Mec e dell'inchiesta sulla Cassa per il Mezzo .. giorno, di quando si firmava Marmidone e si atteggiava, sull'« Europeo», a critico salace dei pregiudizi degli ambienti benpensanti. Ma l'offen,siva scatenata dal « Corriere della Sera», e che Montanelli si è prestato ad avallare con la sua firma, per quali intenti politici ha scelto come obiettivo la TV e da quali preoccupazio·ni ha avuto origine? Si è detto che all'origine della polemica vi fosse Saragat, irritato per le resistenze democristiane alla designazione di Italo De Feo per una importante carica al vertice della Rai-TV. Francamente, non lo crediamo; o, meglio, crediamo che a molti, ai comunisti in primo luogo e allo stesso « Corriere », facesse comodo lasciar credere che la polemica sul « teleschermo avvelenato » fosse ispirata da Saragat; e crediamo che Saragat possa essere d~accordo con alcuni soltanto degli argomenti utilizzati da Montanelli, e che anche per questi argomenti vi sia stata una notevole forzatura da parte dello stesso Montanelli e del «Corriere». Non diremmo dunque che Saragat non c'entri affatto: tanto più che, nella sua nota all'<<agenzia democriatica » del 24 maggio, Saragat ha ripreso il motivo di una insufficienza della televisione come strumento di propaganda al servizio della democrazia. Ma a questo proposito noi riteniamo che effettivamente la televisione non assolva sempre e del ti-ttto alla funzione cui potrebbe assolvere: si veda la nostra nota della redazione, I democratici e la propaganda, nel numero di marzo. Solo che molta parte della denuncia di Montanelli contro il « teleschermo avvelenato » si riferiva appunto a quel troppo poco che la televisione effettivamente dedica dél suo tempo e del suo spazio « alle esigenze di informazione e di divulgazione relative ai problemi e alle difficoltà dei prossimi, difficili anni della nostra vita nazionale »: per esempio, alla inchiesta sulla « casa in Italia». E qui Saragat non c'entra. C'entra, piitttosto, a giudicare da certi argomenti sui quali si insisteva nel secondo degli articoli di Montanelli, la preoccupazione del. « Corriere della Sera » per la concorrenza di « Carosello ». L'amministratore del «Corriere», quando da Taranto ven.ne a Napoli, scoprì i Borboni; chissà che non sia stato proprio lui, ora che da Napoli è andato a Milano, a scoprire i nuovi orizzonti della pubblicità e ad accorgersi quindi che questi orizzonti sono, però, ingombrati dalla televisione ( tanto più che, ·se oggi alcune ditte riducono i loro bilanci pubblicitari, sembra che 1nolte di esse li riducano ai danni dei giornali e non della televisione, nei casi in cui la pubblicità di « Carosello » è ritenuta più vantaggiosa). Se la nostra supposizione (comunqu,e plausibile) non, è errata, il dott. Stagno avrà pensato che era venuto il momento di dare una speronata alla televisione; e, come un buon questurino meridionale, avrà giostrato in modo che Russo e Montanelli si prestassero (forse senza valutar bene la portata dell'operazione così _intrapresa) ai suoi intenti. (E sia detto per inciso che il dott. Stagno era a Napoli molto legato con gli ambienti dell'ing. Rodinò, il quale deve essere perciò rimasto assai male nel trovarsi di fronte, il 6 maggio, alla terza pagina del «Corriere»). Ma lasciamo stare le supposizioni: resta il problema della televisione e 51 BibliotecaGino Bianco
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