. ·' Rilancio dell'Europa e forza multilaterale tori nei quali Inghilterra e Stati Uniti sono impegnati, e oggi neppure il settore veramevte decisivo o almeno neppure quello realmente in prima linea. Può sembrare paradossale che mentre molti europei richiedono una revisione della strategia della NATO in funzione di un maggiore consolidamento della difesa del vecchio continente e mentre gli stessi americani paiono condividere questa esigenza (la loro insistenza sull'armamento multilaterale atomico dell'Alleanza lo dimostra), si formulino da parte britannica ipotesi così radicalmente diverse: eppure qui non v'è nessun paradosso, ma solo una dimostrazione ulteriore delle difficoltà che incontrano gli inglesi a pensare in termini europeistici. Questo non vuol dire, ovviamente, che la revisione atlantica sollecitata dal « Times » sia soltanto espressione di un interesse inglese a che tutti concorrano a difendere le ultime posizioni imperiali: come si è accennato, alla sua origine v'è una diagnosi giusta della situazione mondiale e del nuovo tipo di lotta che si viene organizzando co1 ntro il mondo libero, talché, anche se le conclusioni del grande giornale londinese non sono interamente accettabili, ve ne sono alcune ben degne di essere attentamente meditate. È evidente che il successo nel fronteggiare la penetrazione del comunismo, cinese o no che sia, in Africa o in Asia, o nella stessa America Latina, è interesse comune di tutto il mondo libero, e dunque anche italiano o tedesco; e può essere esatto pure che le strutture della NATO esistenti possano agevolare un ripensamento ed un ampliamento della visione strategica occidentale; e, finalmente, il richiamo alla complessità della situazione mondiale può essere utilissimo poiché può servire ad aiutare gli europei a ridimensionare le loro eccessive preoccupazioni ed a superare l'ipnosi dell'Elba. Ma anche ~ prescindere dal sottinteso assai pericoloso implicito nelle proposte del« Times » (l'allontanamento di truppe inglesi ed americane dal vecchio continente, che è la prima logica deduzione da trarre da quelle proposte, può avere gravi conseguenze psicologiche); anche a prescindere da ciò, a noi sembra che quelle medesime proposte abbiano il difetto di riprodurre in termini di scelte alternative quasi inconciliabili i problemi dell'Europa e del resto del mondo, e di fornire involontario aiuto alla tesi di coloro i quali tendono, oggi, a configurare, agli occhi degli europei, un'Inghilterra che si sente tuttora estranea e separata dal continente. Del resto, che questo delle revisioni atlantiche sia ormai un tema assai comune, i nostri lettori hanno potuto co,nstatarlo anche leggendo l'~rticolo di Altiero Spinelli. Quella che Spinelli sollecita (e, va detto a suo merito, non da oggi soltanto) è una revisione innanzi tutto politica: si tratta, a suo giudizio di formare un parthership « nel quale l'Europa abbia progressivamente gli stessi diritti e gli stessi doveri 19 Biblioteca Gino Bianco
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