• Documenti La trasmissione di anteguerra si intitolava « La vita quotidiana del signore e della signora Kowalski ». Il « signore e signora », la scelta del nome (un « Rossi » polacco, ma di plausibile ascendenza piccolonobiliare ), il mestiere del padre di famiglia (funzionario governativo), tutto, insomma, ancorava i Kowalski nell'intellighenzia tradizionale. Le loro preoccupazioni, le loro conversazioni erano il riflesso di questa condizione: al corrente dei best sellers popolari, attaccati alla propria posizione sociale, essi erano partecipi, al livello più basso, dell'esistenza collettiva dell'intellighenzia. La trasmissione attuale si intitola « La famiglia dei Matysiak ». Il nome è di manifesta origine contadina. Il padre è caposquadra in un'officina, i figli studiano. Cosa strana, nessuno è membro del Partito. Nella conversazione del padre, si ritrovano tracce di un passato socialdemocratico. Nondimeno, a partire dall'ottobre 1956 - che poi è la sua data di nascita radiofonica -, egli approva Gomulka, il Partito ed il Governo per motivi che sono un misto di buon senso e di patriottismo . Il fatto che la massa dell'intellighenzia polacca si appassioni alle vicende dei Matysiak, e ovviamente si riconosca in essi, dimostra che la sua intima solidarietà è comunque diminuita, e che essa sta acquistando delle caratteristiche che l'avvicinano alla piccola borghesia di anteguerra. L'intellighenzia polacca si scinde, per così dire, in due partiti: i « chierici », che conservano le caratteristiche degli intellettuali, nel senso occidentale del termine, e la massa dei lavoratori della mente, che costituisce una specie di classe media. Prima di precisare quelle che sono le loro rispettive caratteristiche, occorre constatare che l'ambizio,ne -del Partito di creare una « intellighenzia popolare », ossia una intellighenzia radicata nella classe operaia e contadina, si è risolta in un fallimento. Né poteva essere altrimenti, data la struttura del regime. La creazione di una intellighenzia popolare, concepita co,me un primo passo verso una società senza classi, si può prospettare teoricamente nel quadro di una autentica democrazia operaia; ma essa è impossibile in un regime nel quale il potere viene usurpatoriamente esercitato, in nome della classe operaia, da un apparato politico stabilito. Non è senza significato, d'altronde, che l'élite della giovane intellighenzia di sinistra reclamasse, nel corso delle grandi discussioni politiche del 1956-1957, delle trasformazioni che l'avrebbero potuta avvicinare alla classe operaia; la concezione che quei giovani avevano di una democrazia retta da consigli operai, le loro parole d'ordine egalitarie sono state soffocate dall'apparato. È probabile che questa delusione abbia reso scettici i giovani intellettuali polacchi circa le possibilità di realizzazione di un 125 , Biblioteca Gino Bianco
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