Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

Luigi de Rusa di storia economica veneziana, che la Ca' Foscari volle pubblicare in occasione del suo congedo- dall'insegnamento. Infin~, sullo. sfondo delle vicende dei principali Stati euro,pei ed extraeuropei, egli ha discorso· brevemente, ma non per questo meno acutamente, dei principali avvenimenti economici italiani in quell'aureo manuale di Storia economica moderna e contemporanea, che ha rappresentato - ampliato di anno in anno negli argo.menti e nell'arco temporale e spaziale co,nsiderato - un testo prezioso di rife~imento e di studio per diverse generazioni e nel quale confluì tutta l'esper_ienza dei numerosi corsi di Storia del commercio che sin dal 1914 il Luzzatto era andato pubblicando nella forma dimessa della sta1npa litografata. Occorre dire però che il volume in esame non è semplicemente l'ampliamento di quella esposizione, né un capovolgimento di prospettiva, nel senso che in esso vengono- assunte a pro,tagoniste le vicende economiche italiane, mentre la storia economica mo1 ndiale fa da sfondo. In realtà, muta il meto-do di approccio e di trattazione della materia stessa. L'approfondin1ento cui l'A. ha sottoposto• l'argomento lo ha messo nella posizione di potere rielaborare, pur riconfermando- ovviamente i termini del problema, le sue conclusioni intorno ad esso. Questo è confermato innanzi tutto dalla stessa ripartizio11e della trattazione, che si articola attraverso l'esame: 1) dei rapporti tra Stato ed economia all'indomani dell'Unità; 2) della disastrosa situazione finanziaria del nuovo Regno e del concor~o del capitale straniero; 3) delle vicende intercorse dall'introduzione del corso forzoso alla sua abolizione (1866-1882); 4) dell'agricoltura, industria e commercio nel prin10 ventennio del Regno; 5) dei problemi vari e complessi che si impongono tra il 1883 ed il 1888: tra l'abolizione del corso- forzoso, cioè, e la guerra doganale con la Francia; 6) della grave crisi che scosse l'economia italiana ·negli anni intorno al 1890, e di cui lo scandalo della Banca Romana, le agitazioni in Lunigiana e l'azione dei Fasci dei lavoratori furono gli avvenin1enti più memorabili, ma non i soli. Va da sé che questa complessa n1ateria è stata trattata anche da altri, e non si possono no-n ricordare, per eserr1pio, gli Annali dell'economia italiana del Corbino, i cui cinque volumi coprono appunto il 1nedesimo arco di tempo studiato dal Luzzatto. Si deve anche citare il volume di Ro,meo, Risorgimento e capitalismo, dal quale, sebbene il Luzzatto non ne faccia menzione, non si può prescindere, quali che siano le premesse da cui si parte e le conclusioni cui s'intende arrivare, quando si v11ole esaminare il primo venticinquennio della storia del Regno. È il caso, inoltre, di menzionare due o,pere di autori francesi: quella del Sachs, un grosso volume sulla storia economica italiana fino al 1884-85; e quella del Lémonon, il qt1ale segnò felicemente ·gli archi ciclici delle nostre vicende economiche tra il 1861 ed il 1912. Ma il contributo del l~uzzatto che viene ora ad aggiungersi ad una così ricéa e varia letteratura, è fecondo certamente di nuovi studi. In primo luogo, perché l'A. ha potuto attingere, oltre che alle fonti a stampa, materiale su cui si erano fondati gli studi dei precedenti autori citati e no, a fonti archivistiche inedite, d'un valore - possiamo capirlo dai risultati ottenuti nell'esame di parecchie questioni - assai cospicuo,. trattandosi delle carte conservate nel96 \ Bibl_iotecaginobianco

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