Marisa Càssola senza scorgerne il termine, se mai temendo di trovarmici improvvisamente faccia faccia». E anco1 ra: « Avevo .la se11sazione c_ontinua di venire sospinto verso qualco 1 sa di ignoto e minaccioso». E non c'è dubbio che a creare questo clima di angosciosa aspettazione contribuisca efficacemente lo stile allusivo dello scrittore, quello stile basato più che sul detto sul non detto, che lascia ampio margine ai ripensamenti del lettore, e gli apre tutta una serie di proposte e di soluzioni umane. Caratteristica di questo. tono narrativo è l'ultima scena del libro, che si svolge sullo sfondo di un paesaggio marino diafano e trasparente (la riva è lo,ntanissima, le b,arche fra mare e cielo « sembrano sospese a mezz'aria»); anche la natura accentua quel sentimento di irrealtà e di vaghezza che è nell'animo del protagonista, e tutto sembra dissolversi, riproduéendo la labilità e quasi l'ambiguità dei rapp-orti umani. Questo decomporsi della realtà, sempre diversa e inafferrabile, è l'ultima impressione che ci lascia il racconto. Anche il carattere dei quattro personaggi, del resto, tutti pieni di doppiezze e di falsi atteggiamenti, ci dà un esempio delle continue contraddizioni di cui è intessuta la vita: Cattolica, il perfetto Cattolica, si rivela il diabolico macchinatore della rivelazione, mascherando la sua gelosia sotto un malinteso senso di amicizia; Pulga non è infido come appare, forse nasconde dietro il suo tradimento un bisogno insaziato di affetto-, e nella scena finale sembra quasi chiedere, col suo atteggiamento umile e sottomesso, quella comprensione e quell'amore che il protagonista è deciso a negargli. Anche la figura della madre si decompone dinanzi agli occhi del figlio nel suo duplice atteggiamento; materno e femminino; l'eroe stesso del racconto, col suo carattere irresoluto, è continuamente diviso fra partecipazio-ne ed inerzia, fra risentimento e pietà. Ancora una volta Bassani, come già erà avvenuto ne Il giardino dei Pinzi Contini, si è impegnato a cogliere un aspetto della realtà che non appartiene solo agli adolescenti: la rinunzia a veder chiaro in se stessi, l'incapacità di accettare le proprie responsabilità, l'inerzia morale, tutti motivi che l'hanno a ragione fatto i11serire fra i rappresentanti del moderno decadentismo. Si è parlato, a proposito della conclusione ambigua della vicenda, di una « evasione retorica», di un « pericoloso cedimento» di Bassani, ma noi consideriamo invece validissimo il costante interesse dello scrittore per quella incapacità di adeguarsi alla vita, per quell'abbandono della volontà, che sono sentimenti particolarmente avvertiti dalla nostra generazione; tanto più che in questo caso al mancato scioglimento dell'azione fa riscontro - ed è ciò cl1e al fine di un giudizio critico più ci interessa - una catarsi poetica. E del resto non è da dire che Bassani non ripercorra con coscienza critica questo avvenimento della sua fanciullezza, chè è sempre presente, dietro la figura dell'adolescente, quella dell'uomo maturo, che si guarda indietro per condannare severamente il se stesso di una volta. Abbiamo sottolineato fin qui gli aspetti che accomunano l'autore di ,,- Dietro la porta con l'autor~ de Il giardino dei Finzi Contini, ma giova ora insistere anc;he sugli aspetti nuovi del racco11to; e dicendo questo non 94 · Bibliotecaginobia·nco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==