Lu,igi Picardi Non si deve, infatti, dimenticare che q·uesta soluzione si auspica per tutte le cosidette « zo-ne ·di sistemazio1:1e » ( ed il Molise è tale, eccezion fatta per qualche modesta oasi territoriale), quelle zone, cioè, che sono « catatterizzate da una accentuata scarsità sia di risorse naturali che di capitali tecnici e sociali » 8 , e che, per interessare «. il 60 per cento circa della superficie del Mezzogiorno, ed il 50 per cento circa della popolazione meridio-nale », po-ngono tutta una « serie di problemi nei confronti dei quali si devono attuare interventi tempestivi » 9 • Occorre tuttavia co·nvincersi che la riconversione colturale ·« non può avere inizio se non si costituiscono grandi aziende agro-silvo-pastorali, preferibilmente in proprietà dello Stato, o di Enti locali, e con gestione co·operativa » 10 , e se no·n si risolve efficacemente il problema della ricomposizio-ne fondiaria da parte di enti che siano provvisti di ~ adeguati mezzi e poteri. Tra l'altro, co,me è stato opportunamente rilevato, compito di tali Enti « do,vrebbe essere quello di porsi come acquirenti di terre destinate all'abban.dono, per dare così la possibilità agli emigranti di realizzare il loro patrimonio e per formare con tali terre nuove unità di dimensione adatta ad essere, da caso a caso, attribuite ad altri contadini e . . ad altri imprenditori, privati e pubblici, come l'Azienda Demaniale ' delle Foreste, o, a.nche, gestite direttame11te come aziende· ad indirizzo silvo-pastorale » 11 • Si ricordi pure cbe la validità della prospettiva di una riconversione nel senso sopra indicato è, oltre tutto, co·nfortata - dai nuovi problemi posti all'agricoltura italiana, e, di riflesso, a quella molisana, dalla progressiva attuazione del Mercato Comune Europeo. Non bisogna, infatti, dimenticare, rico.rda il Bandini, che nel quadro comunitario « sfavorito massimo sarà il grano, il quale ... soprattutto dovrà orientarsi verso l'abbandono di quei territori di bassa produzione unitaria specie di alta collina e di mo,ntagna che più opportunamente dovranno ritornare ad alcune naturali destinazio·ni connesse magari ad un maggiore sviluppo zootecnico » 12 • Né si può sottovalutare il fatto che la produzione boschifera comunitaria è deficitaria al punto che, presumibilmente, andranno accrescendosi le importazioni dai Paesi terzi, per sostenere l'industria .europea del legno e dei suoi derivati. Se tutto questo risponde al vero, non si ~ NINO NovAcco, Zone omogenee e sviluppo economico regionale, in « Nord e Sud», febbraio 1959.· 9 FRANCESCCOOMPAGNA, cit., pag. 137. 10 Ibidem. 11 GIANGIACOMODELL'ANGELO, Tre temi di politica agraria:; « Il Nuovo Osservatore», giugno 1962. 12 MARIO.BANDINiIn, « Politica Agraria>>, n. 4, 1957. 84 Bibliotecaginobianco
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