.... ,.. Paesi e città più arduo da vincere degli stessi ostacoli naturali. Parimenti non si può tenere in co·nsiderazione certo facile « pessin1ismo geografico » dell'ala conservatrice della classe dirigente locale, se non per. denunciare in esso la co,moda co•pertura delle manchevolezze· del volere, del sapere e dell'agire. D'altra parte, nella ricerca cui i molisani devono tendere, sarebbe grave errore prospettarsi soluzioni e valori soltanto_ economicistici, guardare unicamente al Molise della miseria, dell'emigrazione e dell'isolamento. L'attenzione deve essere rivolta anche a certe espressioni di democrazia solo formale, alle opposizioni politiche assai _spesso soltanto, protestatarie e al clientelismo politico più spregiudicato, al Molise dell'autoritarismo oligarchico e della rassegnazio11e di quei larghi stati popolari cui le costumanz~ più genuinamente democratiche non sono ancora entrate nel' sangue. Perché quella molisana è forse ancora, sotto certi aspetti, la società della signora Ava; e quelle molisane sono- forse ancora le « terre del Sacramento- » di Francesco J ovine. Perciò lo sviluppo che occorrerà perseguire non dovrà essere soltanto quello degli « impianti », ma anche quello delle « istituzioni »: si vuol dire che lo sviluppo dell'eco•nomia dovrà tendere allo sviluppo della democrazia. * * * Il Molise si è accorto solo con ritardo che l'intensità del flusso migratorio (senza che nel contempo venisse esercitata alcuna pressione per avviare un qualsivoglia processo di sviluppo) avrebbe rappresentato un esaurimento delle risorse demografiche tale da compromettere ogni ~terio discorso sul suo avvenire economico e civile. Il censimento del 1951 faceva ammontare la popolazione molisana a circa 406 mila .abitanti. Dieci anni dopo, il successivo censimento contava circa 358 mila abitanti, ma· con un decremento effettivo che può essere ritenuto superiore alle 60 mila unità, specie considerando il peggioramento che la situazione ha registrato in questi ultimi anni. Il censimento del 1951, d'altro canto, contava circa 152 mila unità di popolazione attiva per l'agricoltura. Oggi, tenendo conto del fatto che l'emigrazione dell'ultimo q11indicennio deve esse.re considerata a carico della popolazione attiva nel settore agricolo, e che, per di .piì1, quest'ultima « ha provveduto a reintegrare anche le unità emigrate dal settore industriale », si può dire, sia pure c1im grano salis, che « noi~ siàmo· molto lontani dal vero se affermiamo che l'agricoltura molisana assorbe circa 80 mila unità lavorative » 3 • 3 Gu100 CAMPOPIANo, Contributo allo studio di un piano economico per il Molise, dic. 1962, pag. 7 (pubblicato a cura del Centro Zona di Termoli del P.S.I.) . 81 Bibliotecaginobianco
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