Kennediani in Italia ~ scomp-ars~ delle disuguaglianze sotto una dittatura presidiata dal terrore dello stato e dall'inquadrame·nto· delle masse. C'è stato chi ci ha creduto durante tutto il ventennio fascista, quando il partito comunista non è mai rimasto solo• nella lotta co11tro il fascismo, e si è dato, anzi, il fatto quasi miracoloso del formarsi, nelle stesse file comuniste, di uomini di eccezione eh.e, mutate co·nvinzioni e usciti dal partito, l~vorarono per dare alla democrazia u11'anima e un programma. C'è stato chi ci ha creduto, nel periodo, de-lìa Resistenza, e ciò no·n è stato senza influenza sugli eventi di poi: perché se· l'appartenenza dell'Italia al campo o-ccidentale è stata in definitiva decisa, nel mo,mento cruciale, . ,I. dalla situazione strategica, tuttavia le forze democratiche nel nostro paese non hanno avuto· piccola parte nel ~ar sì che questi eventi si siano effettuati senza ritorni autoritari o, rotture della co,nseguita coscienza del co-mune interesse antifascista. C'è stato, infine, chi ci ha creduto anche più tardi, nelle difficili circostanze, che davano e danno un vantaggio iniziale alla parte conservatrice, di dover governare uno stato democratico senza poter far co·nto sulle masse o,rganizzate, rimaste nella loro maggioranza inerti e fedeli al miraggio messianico diffuso nel nostro paese al tempo di Lenin e non cancellato, almeno co1ne se11timento nostalgico, dagli eventi di poi. All'idea che Arthur Schlesinger ha definito come quella del rinnovame11to della società nella diversità, con una precisa risposta a quella che ora si chiama la sfida ( challenge) di inveterati mali e pro•blemi particolari, la società italiana era disposta da una tradizione dei suoi migliori elementi, prima che essa diventasse parte della propaganda ~elettorale del candidato Kennedy. E vi era predisp-o-sta anche in un particolare, che ha grande importanza: essa era cosciente, cioè, che l'impulso al superamento delle crisi, al risanamento dei più imporJanti squilibrii deve venire dallo stato democratico, che porta in sé la virtualità per o,perarlo, e non soltanto dalle forze degl'istinti elementari di difesa e di creatività degl'individui. Da noi la risposta individuale dell' «· arrangiarsi » di fronte alle difficoltà è stata sempre regola di sopravvivenza, segno di vitalità profonda, che è stolto negare e mortificare, anche se mai ha avuto· la co1 nsacrazione di essere elevata a « etica)>; ma se n'è sentita sempre, ac1:1-tamente, l'insufficienza, che naturalmente è ancora maggiore in un paese in cui, co,me nel nostro, pesano le tradizio·ni di decoro esterno. Anche per questo non è mai morta çla noi, · neppure nei brevi periodi di prosperità e di miracolo, l'esigenza· riformatrice; né abbiamo· perduto mai la speranza, pure attraverso, vicende di splendore e d.ecadenza quali gli ·americani non hann@ certo- conosciuto, e che ci riportano più vicino alla società antica~ 51 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==